Le forze di polizia vivono ogni giorno una realtà complessa e logorante. Interventi in scenari criminali, emergenze mediche, situazioni di conflitto sociale: queste sfide non mettono alla prova soltanto le capacità operative, ma anche la solidità psicologica degli agenti. Turni irregolari, pressione da parte della dirigenza, carenza di risorse e aspettative crescenti da parte dell’opinione pubblica si sommano a un contesto già di per sé delicato, generando condizioni di stress cronico potenzialmente dannose sia per i singoli operatori, sia per la sicurezza e l’efficacia complessiva del servizio.
Difficoltà Quotidiane e Reali Ripercussioni sul Servizio
Non parliamo solo di un disagio individuale: lo stress può tradursi in errori operativi, calo dell’attenzione, maggiore vulnerabilità fisica e psicologica. Una stanchezza cronica non gestita influisce negativamente sul benessere dell’agente e sull’intera organizzazione, con ricadute tangibili sulla qualità dell’intervento e, di conseguenza, sulla sicurezza pubblica. Immaginare un agente che, dopo un lungo turno notturno, fatichi a riposare perché mentalmente provato, aiuta a comprendere quanto impattante possa essere la dimensione psicologica sul lavoro di chi ogni giorno è chiamato a proteggere la comunità.
Le Conseguenze dello Stress Cronico
Gli effetti di uno stress prolungato non si limitano allo stato d’animo del singolo. Si manifestano nell’aumento delle assenze per malattia, nel turnover elevato e nel calo di motivazione. Una catena di conseguenze che, se non interrotta, rischia di compromettere seriamente l’efficienza del corpo di polizia e il benessere collettivo. Non stupisce, dunque, che disturbi come ansia, depressione o il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) siano in crescita tra gli operatori, diventando un problema strategico oltre che umano.
Il Ruolo della Giurisprudenza nella Tutela della Salute dei Lavoratori
In questo scenario, la normativa non lascia spazio a interpretazioni. Il datore di lavoro, ai sensi dell’art. 2087 del Codice Civile, è tenuto a garantire la salute e la dignità dei propri dipendenti. La Corte di Cassazione, con recenti sentenze (n. 3692/2023, n. 33639/2022, n. 33428/2022), ha ribadito che il rispetto di tale principio non si limita a scongiurare comportamenti apertamente persecutori. È altresì necessario evitare qualsiasi condizione stressogena o potenzialmente lesiva, anche in modo colposo. Spostare un agente da una postazione all’altra senza validi motivi, negargli gli strumenti necessari o creare un clima teso e incerto sono azioni che, seppur apparentemente neutre, possono incidere gravemente sul benessere del lavoratore.
Il Ruolo dei Sindacati: Oltre la Rappresentanza
In un contesto tanto delicato, i sindacati rivestono una funzione determinante. Non si tratta solo di tutelare diritti formali, ma di promuovere un cambiamento culturale volto a migliorare l’ambiente di lavoro. Il Nuovo Sindacato Carabinieri, ad esempio, ha intrapreso azioni concrete per sensibilizzare sullo stress lavoro-correlato, offrire supporto psicologico e formativo, e collaborare con le autorità al fine di individuare soluzioni efficaci.
Un esempio significativo proviene anche dal Nuovo Sindacato Carabinieri Veneto, che ha stipulato protocolli di intesa con diverse fondazioni presenti sul territorio. Questi accordi hanno consentito di:
- Organizzare Corsi Gratuiti: Percorsi formativi specifici per aiutare gli iscritti a gestire lo stress, sviluppare resilienza e acquisire quelle competenze psicologiche indispensabili per affrontare la complessità quotidiana del servizio.
- Studiare la Problematiche a 360 Gradi: Analizzare in profondità le dinamiche dello stress lavorativo, coinvolgendo direttamente gli agenti, osservando le condizioni operative, confrontandosi con esperti del settore e raccogliendo dati utili per elaborare strategie mirate. Tale approccio olistico mira a individuare soluzioni pratiche e personalizzate, sostenendo il datore di lavoro nel miglioramento delle condizioni psicofisiche dei dipendenti e, di conseguenza, dell’intero ambiente lavorativo.
Verso un Cambiamento Condiviso
Affrontare lo stress nelle forze dell’ordine è una responsabilità condivisa tra dirigenti, sindacati, istituzioni e comunità. Come sottolineato dal dott. Niccolò Foroni, psicologo collaboratore dell’Ufficio di Psicologia e Segretario Regionale del Nuovo Sindacato Carabinieri, investire nel benessere degli agenti è un impegno che produce benefici a 360 gradi: migliora la salute dei lavoratori, rende più efficace il servizio e, in ultima analisi, rafforza il senso di fiducia tra cittadini e forze dell’ordine.
Il cammino è complesso, ma esempi concreti dimostrano che la strada è quella giusta. Ogni passo compiuto verso un ambiente di lavoro più sereno è un investimento sul futuro della sicurezza collettiva. È ora di agire, con convinzione e coraggio, affinché la tutela psicofisica degli operatori del settore diventi la base di una cultura organizzativa moderna, efficiente e umana.
Niccolò Foroni, Segretario Regionale NSC del Veneto e collaboratore dell’Ufficio Psicologia di NSC