Come ben noto, due delle caratteristiche che distinguono la figura del carabiniere, sono quelle del tratto e del decoro.
Il Comando Generale, per l’anno in corso, ha previsto la somma di 77,41 euro quale rimborso spese per l’acquisto di capi di vestiario da parte dei militari autorizzati a indossare permanentemente gli abiti civili.
L’attuale periodo storico, come da tutti risaputo, vede un esponenziale rialzo dei prezzi di ogni prodotto, sia per la categoria dei generi alimentari che per i beni di cosiddetto uso comune o largo consumo.
Occorre tenere in considerazione che l’espletamento dell’attività di Istituto per il personale in abiti civili non può svolgersi contravvenendo alle minime regole dell’umano decoro della persona e che il fatto di non indossare l’uniforme non esonera dall’applicazione di tali regole. Altresì, bisogna prendere atto che l’Amministrazione dovrebbe assicurare la parità di trattamento tra i propri dipendenti e, pertanto, dovrebbe garantire anche ai carabinieri autorizzati lo svolgimento del proprio servizio indossando gli abiti civili, avendo una degna fornitura di materiali per espletare la propria attività istituzionale.
Purtroppo, la mancanza di idonee forniture di materiali costringe i carabinieri che non indossano l’uniforme in servizio ad attingere a fondi economici personali per poter svolgere la propria attività, sottraendo risorse a quelle già a malapena sufficienti – e spesso purtroppo non sempre sufficienti – a soddisfare le elementari esigenze e i bisogni personali e familiari.
La Segreteria Provinciale del Nuovo Sindacato Carabinieri di Vibo Valentia ritiene la previsione dell’irrisoria somma di 77 euro assolutamente inadeguata a soddisfare l’esigenza di capi di vestiario del militare.
Si tratta di una cifra con cui attualmente non è possibile effettuare alcun tipo di acquisto, specialmente in considerazione del fatto che il destinatario della somma, oltretutto stabilita su base annuale, dovrebbe soddisfare diverse necessità dipendenti dai cicli stagionali.
A ciò si aggiunga che la tipologia di attività svolta in abiti civili, nella maggior parte dei casi, impone al militare la necessità di variare il proprio abbigliamento e di modularlo in relazione alla varietà e variabilità dei “contesti operativi” in cui si esplica il servizio e delle esigenze contingenti alla tipologia di specifici e particolari servizi.
Infine si rappresenta che, al crescere dei prezzi e dei costi, si è purtroppo rilevata una costante diminuzione della somma prevista dal Comando Generale, che dai 120 euro iniziali ha raggiunto la somma di poco più di 70 euro circa in tre anni.
Alla luce di quanto sopra esposto, questa Segreteria Provinciale richiede di voler adeguare la previsione di spesa a somme più coerenti con l’aumento dei costi della vita e con l’andamento del mercato e di volere concedere al militare autorizzato a vestire in abiti civili una somma – che si ritiene congrua nella misura di 300 euro annui – tale da garantire almeno la possibilità di acquistare il vestiario sufficiente a svolgere la propria attività lavorativa, e di farlo dignitosamente senza dover sottrarre risorse alle esigenze e necessità personali e familiari.
In tale prospettiva si voglia valutare altresì la possibilità di corrispondere la richiesta somma in due distinti momenti dell’anno, uno nella previsione dell’acquisto di capi invernali e l’altro nella previsione dell’acquisto di capi estivi.
La Segreteria Provinciale del Nuovo Sindacato Carabinieri di Vibo Valentia