Con l’emanazione degli ultimi due decreti, discendenti dalla discussa Legge 46/2022, si assiste a un cambio di paradigma nella struttura rappresentativa dei carabinieri ovvero delle Forze Armate, con il declino della rappresentanza militare in favore di una piena integrazione dei sindacati all’interno di queste ultime.
Dall’annuncio, avvenuto alle ore 15:30 del giorno 2 aprile 2024, della firma di tali decreti da parte del ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, numerosi sono i dibattiti che si sono aperti riguardo al futuro professionale degli ormai ex delegati della rappresentanza militare.
Queste figure, fino a oggi ritenute da alcuni “conservatori” come fondamentali per la mediazione e la difesa dei diritti all’interno delle varie branche delle Forze Armate, si trovano ora a fare i conti con la realtà che vive quotidianamente un militare, ivi compreso lo stipendio medio di 1700/1800 euro (intelligenti pauca).
Un dettaglio non trascurabile.
È noto che alcuni tra questi delegati, negli ultimi due o tre anni, hanno ottenuto trasferimenti in altri Comandi o Reparti, sollevando interrogativi sul perché avessero richiesto tali spostamenti, se il loro impegno primario doveva essere, appunto, quello di delegati.
La preoccupazione attuale è che ulteriori trasferimenti, anche se interni, possano alimentare la percezione di un trattamento di favore precedentemente accordato, consolidando l’opinione di un loro status privilegiato e di prossimità con la gerarchia.
In tale contesto, si invoca l’attenzione del Comandante Generale dei Carabinieri e dello Stato Maggiore CC affinché venga esercitata una vigilanza sui futuri movimenti dei delegati, ormai ex, della rappresentanza militare.
L’obiettivo è prevenire il rischio di ulteriori malcontenti e contenziosi che potrebbero arrecare imbarazzo e difficoltà all’intera struttura amministrativa.
La Segreteria Regionale Lazio del Nuovo Sindacato Carabinieri