Giunge dalla Provincia di Brescia una “storiaccia” seguita fin dall’inizio da questo sindacato , riguardante un nostro iscritto, che, nonostante sia denunciante e parte offesa in un procedimento penale militare, è stato trasferito ad altra sede. Appaiono come parole al vento quelle rilasciate dal Procuratore Generale Militare Marco De Paolis il 25 luglio 2020, agli albori della vergognosa vicenda di Piacenza Levante, il quale in una intervista fiume, affermava che “BISOGNAVA TUTELARE CHI DECIDE DI DENUNCIARE COMPORTAMENTI ILLECITI”. L’alto Magistrato affermava tra l’altro che “Le procure militari, “sono piene di esposti anonimi che poi spesso si rivelano fondati. È arrivato il momento di prevedere, almeno per un certo periodo di tempo, il whistleblowing anche per le forze dell’ordine, garantendo loro la protezione se decidono di denunciare casi di corruzione altri reati Bisogna tutelare le persone che segnalano le disfunzioni altrimenti le perdiamo. È evidente che episodi del genere come quello accaduto nel bresciano, non potranno far altro che incrementare l’utlizzo dell’esposto anonimo anziché incentivare il militare a metterci la faccia e assumendosi le proprie responsabilità nel denunciare eventuali “mele marce”. Purtroppo nell’Arma al momento nulla è cambiato, nessuna inversione di tendenza si è vista ed il concetto di “Casa di Vetro”, proclamato dal Comandante Generale Teo Luzi, rimane una chimera sempre più irraggiungibile.
Nuovo Sindacato Carabinieri