Le segnalazioni degli iscritti vertono ancora una volta sulla mancata applicazione delle disposizioni di cui alla pubblicazione C19. Nonostante recentemente anche il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, in una nota del 26.07.2023, dedicata alla linea mobile, abbia sancito che “Il mantenimento delle energie fisiche e quindi dell’efficienza operativa, attraverso l’effettiva consumazione del vitto da parte del personale, costituisce una priorità assoluta nell’interesse del singolo e della stessa amministrazione”, la consumazione del pasto nella territoriale rimane sempre un grosso punto interrogativo per i Carabinieri.
Sebbene quindi l’importanza della consumazione del vitto sia espressamente riconosciuta anche ai massimi vertici, pare che nelle più piccole realtà territoriali tale diritto sia sacrificabile. Di fatto, la segnalazione pervenuta ha permesso di evidenziare che presso il Comando Compagnia di Valdagno – ma non si escludono altri reparti per cui sono in corso verifiche da parte delle Segreterie Provinciali del Veneto di NSC – i militari effettivi che per motivo imprevedibile di servizio devono prolungare il proprio orario di lavoro, rientrando quindi nell’orario di fruizione della cena, ma anche quelli che sopraggiungono in ausilio, non possono beneficiare di tale diritto, in virtù del fatto che i pasti dedicati alla cena devono essere preordinati alla società che gestisce il servizio in una fascia oraria prestabilita.
L’intervento nato dalla segnalazione ed indirizzato al Comandante della Legione – riferisce Irene Carpanese, Segretario Generale Regionale – ha l’intento di portare a galla una criticità che facilmente potrebbe non essere isolata a quella singola occasione e nemmeno isolata a quello specifico Reparto: non è da escludere, infatti, che il servizio di ristorazione, e quindi il beneficio del trattamento alimentare gratuito, abbia meccanismi simili anche in altri Reparti, nei quali di default non esiste il punto cottura diretto e i pasti serali sono fruibili solo previa prenotazione, non ovviamente prevedibile nei casi di tipo emergenziale. Concessa la consapevolezza da parte dei lavoratori che l’orario lavorativo e l’orario di fruizione del pasto, sono soggetti a variazione in funzione delle esigenze operative, parimenti dev’essere la responsabilità da parte dell’Amministrazione di garantire, con elasticità, il beneficio del tag al lavoratore che deve assecondare le esigenze del servizio, operando concrete e stabili risoluzioni che potrebbero consistere nella predisposizione di pasti “d’emergenza” in sede, nella fruizione di un pasto in convenzione in un punto di ristorazione in loco, se non, in ultima opzione, nell’elargizione di buoni pasto spendibili in esercizi commerciali individuati nelle immediate vicinanze della sede.
E mentre si spera che anche i colleghi delle Stazioni Carabinieri possano vedersi garantito questo elementare diritto, la Segreteria del Veneto non può che interrogarsi sui provvedimenti intrapresi circa le numerose segnalazioni fatte sul delicato tema, compresa la richiesta di valutare la possibilità di elargire il “buono pasto” ai Carabinieri impegnati in servizi operativi, trasmessa in data 19.04.2023.