L’importanza della negoziazione, nella sua accezione di “metodo non conflittuale di gestione delle crisi”, ha rappresentato una delle più importanti evoluzioni, in termini di progresso del capitale umano, nelle strategie di intervento delle Forze di polizia in situazioni operative imprevedibili e ad alto rischio, infatti esse – sovente connesse alla consumazione di reati – sono rese critiche dalla presenza attiva di individui fortemente motivati o emotivamente instabili.
In Italia la figura del negoziatore di polizia la si deve all’Arma dei Carabinieri[1] che, con brillante intuizione e al termine di approfonditi studi in materia, dal 2003, ha inserito un nucleo di negoziatori all’interno del Gruppo d’Intervento Speciale.
Ha successivamente istituito – a vantaggio delle attività svolte dall’Arma territoriale, in perfetta sintonia con la capillarità sul territorio che da sempre la contraddistingue – la figura del negoziatore di 1° livello che è stata puntualmente e ragionevolmente inquadrata in seno ai Comandi Provinciali.
Quanto sopra offre, sicuramente in maniera non esaustiva, un quadro di sintesi in relazione alla straordinaria figura del negoziatore dell’Arma dei Carabinieri. Importantissima figura che – come osserva puntualmente la Segreteria Provinciale NSC della città Metropolitana di Bari – allo stato, non risulta beneficiare di alcuna indennità economica accessoria.
Per tali motivi appare necessario evidenziare la problematica in argomento (disparità di trattamento economico in relaziona ad altre, importantissime, specializzazioni) al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri affinché si possa giungere, quanto prima, ad una soluzione performante.
[1] La Polizia di Stato ha introdotto tale figura nell’anno 2020, chiaramente ispirata nella struttura, nella didattica e nel regolamento operativo a quanto previsto dall’Arma dei Carabinieri. Inoltre, ha inserito la partecipazione quali docenti, tra gli altri, di appartenenti al GIS.