Le segnalazioni dei carabinieri forestali intercettate da NSC Calabria evidenziano una condizione generale drammatica, che accende i riflettori sulla gestione amministrativo-logistica dei presidi mutuati dal CFS e quelli originari dell’Arma.
“Abbiamo rilevato una disparità imbarazzante sulla gestione dei presidi e del personale che facevano transitati dal Corpo Forestale con quelli originari della nostra Amministrazione – evidenzia la Segreteria Regionale di NSC Calabria – confinando il patrimonio umano di chi ha subito l’accorpamento ad essere la “Cenerentola” dell’Arma dei Carabinieri”.
Il transito nell’Arma dei Carabinieri del personale del soppresso Corpo Forestale dello Stato, avviato in ottemperanza del decreto legislativo 177 del 2016 recante “Disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo forestale dello Stato”, la Benemerita ha ritenuto necessario attendere l’esito delle plurime questioni di costituzionalità sollevate da più Tribunali amministrativi a partire dall’agosto 2017. I dubbi sono stati chiariti dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 170 del 10 luglio 2019 che si è favorevolmente espressa circa la conformità dell’intero impianto legislativo.
In definitiva, lo scopo fondamentale del legislatore, condiviso dalla Corte andava individuato nell’eliminazione di sovrapposizioni e duplicazioni di competenze, allo scopo di “garantire una maggiore efficacia nell’esercizio di funzioni affini” così conseguendo una migliore tutela dell’ambiente, del territorio e della sicurezza agroalimentare.
Riguardo al personale del soppresso Corpo Forestale, tenendo conto dell’esigenza di assicurare la volontarietà del passaggio, il provvedimento ha introdotto meccanismi orientati a promuovere il reimpiego nell’ Arma, assicurando agli interessati la conferma della sede di servizio, agevolata della capillare diffusione dei Carabinieri sul territorio.
La particolare esigenza organizzativa è stata necessariamente oggetto di trattazione da parte della Corte dei Conti che ha sintetizzando i propositi assunti dall’Arma per ottemperare a quanto disposto dal legislatore. In particolare l’Arma dei Carabinieri era stata chiamata a garantire: il rafforzamento dei reparti sul territorio già esistenti, un livello di presidio superiore a quello raggiunto nell’ambito del disciolto CFS; il miglioramento complessivo degli standard di tutela ambientale.
La nuova Organizzazione per la tutela forestale, ambientale ed agroalimentare, così come configurata all’interno dell’Arma, aveva il compito di ottimizzare le manovre di approvvigionamento, condivisione del parco infrastrutturale e l’unificazione delle principali procedure amministrative.
“Gli obiettivi da raggiungere erano chiari, le linee da seguire ben definite, ma nella Regione Calabria – si legge in una nota di NSC Calabria – i risultati auspicati sembrerebbero non rispettare gli impegni presi.”
Nello specifico è emerso – continua la nota di NSC Calabria – un quadro allarmante degli organici delle Stazioni Carabinieri Forestali, in alcuni casi presidi con 2/3 militari a fronte di una competenza territoriale comprendente 12/13 comuni, dove il personale è costretto a turni massacranti in immobili fatiscenti per garantire la minima attività di controllo, prevenzione e repressione dei reati in materia ambientale, con un incremento sostanziale dei rischi per il patrimonio ambientale e forestale della Regione Calabria.
Inoltre i comandi territoriali dei Carabinieri Forestali sono diffusamente dislocati in immobili indecorosi, in alcuni casi fatiscenti, al limite delle condizioni minime previste in materia igienico-sanitaria, con criticità strutturali che puntualmente vengono segnalate dai vari comandanti, ma che finiscono nell’oblio dell’indifferenza dell’Amministrazione.
Per i carabinieri forestali sembrerebbe vigere l’inspiegabile impossibilità di fruire dei buoni-pasto, atteso che il personale impegnato nei servizi sul territorio quasi esclusivamente montano è costretto interrompere il servizio per poter fruire del pasto nelle mense delle compagnie Carabinieri di competenza, distanti in diversi casi decine di chilometri, raggiunte attraverso percorsi montani, che oltre ad essere illogici, risulterebbero oggettivamente anti-economici per i consumi di carburante ed ore del servizio impiegate per il viaggio, esponendo gli stessi militari a maggior rischio.
A differenza dei colleghi in servizio ai Comandi Stazione originati dell’Arma, per i presidi delle Stazioni Carabinieri Forestali vi è una quasi totale assenza di alloggi di servizio per i relativi comandanti, senza esclusione dei Comandi superiori retti da Ufficiali fino al grado di Colonnello, a fronte di alloggi di servizio previsti e disponibili per i giovanissimi ufficiali destinati al Comando di plotoni presso la Scuola Allievi di Reggio Calabria o dei NORM delle varie compagnie Carabinieri calabresi, dove la disponibilità è garantita da alloggi insistenti nelle sedi di servizio o in appartamenti esterni sempre di pertinenza dell’Amministrazione.
La situazione rilevata da NSC Calabria ha evidenziato la totale assenza di camerate per carabinieri neo arruolati e per tale ragione questi non vengono destinati ai presidi calabresi spaventosamente in sottorganico, carenza che colpisce anche reparti di maggior impegno investigativo come il N.I.P.A.A.F. della Regione Calabria, che far fronte agli impegni presi con le Autorità Giudiziarie in materia ambientale, è obbligato a chiedere al ridotto personale turni massacranti che non garantiscono il canonico recupero psicofisico previsto dalle vigenti normative e regolamenti.
Infine vi è la mancata previsione dell’indennità di comando a tutti i Comandanti delle Stazioni della Forestale che sono inserite nel sistema territoriale, al contrario dei paritetici che comandato le stazioni ordinarie dell’Arma.
“Troviamo paradossale – dichiara la segreteria regionale NSC Calabria – che nel momento storico in cui gli investimenti previsti dal Governo nazionale ed Europeo sono destinati a migliorare la difesa dell’ambiente, prerogativa esclusiva dei Comandi dei Carabinieri Forestali, dobbiamo ancora assistiamo a retoriche trionfalistiche dei vertici dell’Arma per esaltare i risultati conseguiti, a fronte del trattamento da “ultimi della classe” del personale che nonostante tutte le difficoltà affrontate, garantiscono con enormi sacrifici il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
NSC Calabria si è impegnata a proseguire una battaglia ferrea e decisa per ottenere un trattamento egualitario e rispettoso della dignità dei colleghi forestali, uomini e donne con altissime competenze specifiche in materia della tutela ambientale, considerati da noi risorse essenziali e imprescindibili per la difesa del territorio e ambiente, bene costituzionalmente garantito, ricordando che
il nuovo comma 3 dell’art. 9 Cost., nel prevedere che la Repubblica (dunque, tutti gli enti della Repubblica compresa l’Arma dei Carabinieri) “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.
L’auspicio è che il Comando Generale dell’Arma intervenga in tempi rapidi per trovare soluzioni efficaci alle molteplici criticità rappresentate, al fine di ripianare l’oggettiva disparità di trattamento dei carabinieri forestali in servizio della Regione Calabria rispetto ai loro colleghi in servizio nelle altre articolazioni dell’Arma.