Nella prestigiosa Aula Magna dell’Università degli Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria nella giornata del 13 giugno si è tenuto il convegno sul tema “Responsabilità penale e disciplinare e la libertà sindacale delle Forze di Polizia ad ordinamento militare”, organizzato dall’Associazione Nazionale Forense (A.N.F.), la Camera Penale Militare e i sindacati delle Forze di Polizia ad ordinamento militare e civile Nuovo Sindacato Carabinieri (N.S.C.), Sindacato Italiano Lavoratori Finanzieri (S.I.L.F.) e Federazione COISP-MOSAP della Polizia di Stato.
La guida degli interventi è stata affidata ad un moderatore d’eccezione, l’Avv. Francesco Federico, Presidente Associazione Nazionale Forense sezione di Reggio Calabria, che ha aperto i lavori introducendo e stimolando gli interventi degli interventi di illustrissimi relatori
Dopo la breve introduzione si sono susseguiti i saluti istituzionali di eccellenze del mondo istituzionale, giuridico e accademico reggino, con l’intervento del Dott. Luciano Gerardis, Presidente Corte di Appello di Reggio Calabria, seguito dal Vicario del Prefetto, la Dott.ssa Maria Stefania Caracciolo, che ha evidenziato come le Forze dell’Ordine a ordinamento militare concorrono con tutte le altre Forze di Polizia nel garantire la sicurezza delle nostre città, accogliendo con positivo slancio una norma che tende a migliorare la condizione degli operatori, determinando di conseguenza una maggior sicurezza dei cittadini.
Hanno proseguito l’Avv. Rosario Infantino Presidente Ordine Avvocati Reggio Calabria e il Prof. Antonino Zumbo Rettore dell’Università Dante Alighieri di Reggio Calabria, che dall’alto della loro esperienza e indiscussa conoscenza tecnico-giuridica della materia hanno dato lustro e prestigio al meeting.
Il convegno è così entrato nel vivo del confronto ed è stata l’Avv. Saveria Mobrici, Presidente Nazionale Camera Penale Militare, a chiarire gli aspetti più significativi di come l’entrata in vigore delle legge sulla sindacalizzazione militare apporterà un cambiamento evolutivo dei rapporti tra la parte sindacale e l’amministrazione pubblica nel processo penale militare.
Ha proseguito l’Avv. Pasquale Foti Presidente Camera Penale di Reggio Calabria, che ha il focus del suo intervento sulla particolare condizione dei lavoratori militari che oggi esercitano il diritto sindacale nel rispetto del giuramento prestato solennemente al momento del conseguimento dello status di militare. Ha concluso la prima parte degli interventi l’Avv. Mario Antonio Plutino Avvocato Cassazionista, che ha relazionato con notevoli e precisi riferimenti tecnico-giuridici tutti gli elementi che oggi determinano l’interconnessione tra i processi derivati da responsabilità penale e quelli di natura disciplinare.
Il programma del dibattito è proseguito con l’intervento dei dirigenti sindacali delle forze di polizia ad ordinamento civile e militare che hanno organizzato con le loro sigle l’evento, per l’occasione Emilio Musacchio, Segretario Generale Provinciale Federazione COISP-MOSAP – Sindacato di Polizia, ha ricordato il difficile clima persecutorio che ha caratterizzato la genesi del sindacalismo tra gli appartenenti della Polizia di Stato, prima che nel 1981 venissero legittimati attraverso la legge che avrebbe determinato la smilitarizzazione e riforma dell’intero corpo della Polizia di Stato.
E’ stata poi la volta di Massimiliano Zetti Segretario Generale Nazionale di NSC che si è soffermato sull’importanza di migliorare la legge da poco approvata, anche attraverso l’intervento della Corte Costituzionale per poter eliminare i vizi di costituzionalità che a parere dei sindacati militari la caratterizzano in diversi articoli. «Noi abbiamo sempre detto che il riferimento era la legge sulla sindacalizzazione della Polizia di Stato, ed anche se oggi non veniamo arrestati, come in passato accadeva ai colleghi della PS – ha evidenziato con rammarico Massimiliano Zetti – stiamo vivendo lo stesso clima degli anni ’70 con la differenza che molti di noi sono stati bersaglio di procedimenti disciplinari, talvolta penali, perché si entra nel campo della diffamazione militare, al confine tra la dialettica sindacale e la diffamazione, quindi ora ci stiamo muovendo in quel confine labile con l’aiuto di tanti avvocati e quindi stiamo facendo questo percorso sulla nostra pelle».
Significativo il contributo del dirigente sindacale Marco Moroni, Segretario Generale Nazionale Aggiunto di NSC Carabinieri, sul differente approccio dei quadri dirigenziali militari e quelli delle forze di polizia ad ordinamento civile «la differenza sostanzialmente è nella capacità del confronto, è la capacità di potersi in qualche modo misurare su tematiche che non sono semplicemente il “signorsì”, questo è l’aspetto che sindacalmente noi dobbiamo saper cogliere e che ovviamente il mondo forense, il mondo giuridico stesso ci devono in qualche modo aiutare».
La pregevole relazione accademica elaborata dalla Prof.ssa Melania Salazar Ordinario di Diritto Costituzionale presso Università Mediterranea di Reggio Calabria, ha infine arricchito la tematica su come la Costituzione italiana risulti attuale su molti aspetti della società «secondo me la Costituzione non è in crisi, anzi questa vicenda lo dimostra, perché se un’organizzazione sindacale tra i militari può essere presente oggi, evidentemente poteva essere presente anche ieri, dieci anni fa, venti anni fa, oppure quando è entrata in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana». La professoressa Salazar ha proseguito il suo intervento su come una società giusta si evolve e accoglie l’evoluzione degli aspetti sociali di una categoria dei cittadini «la legge è stata approvata ed è sicuramente una legge perfezionabile, come tutte le cose umane, però è stata approvata e c’è comunque un lato positivo. Perché è stata approvata? E’ stata approvata, non soltanto perché evidentemente c’è nella società civile e tra gli stessi militari la consapevolezza della necessità dell’affermazione della libertà sindacale, c’è una pressione che proviene da una parte dell’opinione pubblica che non trova nulla di male, anzi trova un ulteriore avanzamento della società italiana verso quella “società giusta” immaginata dai nostri costituenti».
Ha concluso l’Avv. Fabio Federico, Tesoriere Nazionale della Camera Penale Militare che ha sottolineato come il processo di sindacalizzazione dovrà tener conto della difficile coesistenza del diritto costituzionale di poter esercitare da parte dei militari il diritto di “sindacare” e i doveri propri e intrinsechi delle Forze Armate costituzionalmente enunciati.
L’incontro ha rappresentato il primo di una serie di appuntamenti che la Segreteria Regionale Calabria del Nuovo Sindacato Carabinieri ha programmato, con l’obiettivo di coinvolgere i massimi esperti giuridici e del mondo accademico del capoluogo reggino per arricchire la formazione dei propri quadri dirigenziali e agevolare una continua osmosi con la società civile in un più ampio progetto sociale di “sicurezza partecipata”.
L’unica nota dolente che ha caratterizzato l’evento è stata l’assenza dei vertici dell’Arma reggina che, sebbene invitati ufficialmente, non hanno colto lo spirito di NSC Calabria nel cercare, attraverso il contributo di pregevolissimi esponenti del mondo giuridico e accademico, punti di convergenza e dialogo per costruire delle relazioni sindacali che vorrebbero migliorare la condizioni dei lavoratori per rendere un miglior servizio pubblico ai cittadini.