Non basta essere un “Ufficiale” per avere le competenze necessarie ad assolvere tutti i compiti che l’Arma dei Carabinieri vuole, per forza, riconoscere alla citata categoria.
Il comando di un reparto specializzato dovrebbe essere retto da un uomo che abbia le conoscenze di base per poter gestire le pressioni e le responsabilità dell’incarico assunto. Il CGA Arma CC dovrebbe prevedere in anticipo che in un dato comando deve essere assegnato un uomo con competenza ed esperienza in quella materia e non trasferirne uno solo perché indossa stelle e/o torri.
Tali assegnazioni, almeno per i reparti specializzati, comportano, nell’ambito di quei comandi, delle discrasie che paralizzano le attività e rendono l’ambiente di lavoro tossico, perché l’esperienza e la competenza del personale specializzato, viene travalicato dall’ignoranza della materia di chi “comanda” quel reparto.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri, da sempre vicino ai suoi iscritti ed a tutti i militari lavoratori, nel corso degli ultimi anni ha rilevato che il fenomeno di cui sopra è abbastanza sentito nell’ambito di tutta la Legione CC Campania, limitatamente ai reparti “speciali”.
A solo titolo di esempio, per dare la giusta idea del pensiero che si vuole trasferire, si riportano le lamentele espresse dal personale della Sezione Scorte di Napoli, il quale si trova ad anticipare denaro di tasca proprio per i lunghi spostamenti che sono costretti ad effettuare, atteso che da molti mesi i fogli di viaggio sono bloccati sulla scrivania del responsabile della Sezione e non ancora messi in pagamento.
Lo stesso dirigente di quel reparto, non essendo specializzato, ovvero non avendo mai preso parte ad una scorta sul campo per molti giorni in un mese, ovvero non avendo mai partecipato ai corsi dedicati, non riesce a percepire che, chi lavora per molte ore fuori dalla propria abitazione, ha bisogno di cibarsi e per poterlo fare deve anticipare, di tasca propria, ogni giorno una data somma di denaro diversa che viene sottratta alla propria famiglia e la sua lentezza nel trasmettere la nota che rimborsa il denaro, determina malessere tra i militari ed anche per le loro famiglie.
Lo stesso dirigente, non essendo specializzato nella materia delle scorte e tutele, non può percepire che, stante la carenza organica dei militari specializzati nell’ambito della citata Sezione Scorte, continua ad impiegare, per mero lavoro di ufficio, cinque unità, di cui tre specializzate (che potrebbero essere impiegate nelle scorte vere e proprie), mentre delle altre due, una di esse non è inserito nell’organico della Sezione Scorte, ma in quella del Nucleo Traduzioni. E con ciò, non si vuole insinuare sulle possibili fughe di notizie rispetto al delicato compito che la Sezione Scorte svolge, tuttavia, un comandante esperto non potrebbe mai accettare tale situazione e dovrebbe conoscere che la gestione delle informazoni di scorta e tutela, hanno un forte connotato di riservatezza.
Se vi fosse la giusta esperienza, ad oggi, i militari della Sezione Scorte non sarebbero gli unici in Italia ad avere l’ordine di non poter sforare il monte massimo procapite previsto, ovvero le 55 (cinquantacinque), nonostante quel tipo di servizo non dovrebbe MAI limitare la possibilità di poterlo sforare. Ore in eccesso che, tra le altre cose, non solo non sempre vengono portate a recupero economico, ma nemmeno a recupero con riposo compensativi. Stesso metodo valutativo viene considerato per le ore in eccesso effettuate nel corso dell’anno precedente.
Questa inesperienza nel settore, genera i c. d. mostri di ufficio, atteso che quelle insicurezze devono trovare dei compromessi e tanto genera, ad esempio, che chi svolge il lavoro di ufficio, in completa autonomia ed autogestione, abbia la possibilità di segnarsi lo straordinario ancor prima di iniziare il normale turno di servizio. (In pratica, chi è segnato 08:00-14:00 in ufficio, si autogestisce e se tizio arriva un ufficio alle 07:00, in accordo con il comandante di quel reparto, si segna 07:00-08:00 straordinario).
Se quel comandante avesse la giusta esperienza, non impiegherebbe i militari impegnati nel servizio delicato della scorta e della tutela di soggetti dedicati, anche e nello stesso orario di servizio ad andare – nel bel mezzo del servizio dedicato – a svolgere le previste lezioni di tiro al bersaglio. E, senza nulla voler togliere alle valutazioni di Codesto CGA, questa O. S. si chiede se tale distorsione del servizio, indotta dal responsabile del reparto, non possa implicare una responabilità penale militare da parte dei militari che vengono impiegati nel delicato compito di proteggere soggetti esposti, atteso che, quando sono alle lezioni di tiro, le persone tutelate sono abbandonate a se stesse, ovvero senza alcuna sostituzione del dispositivo di protezione, che sia un livello 1, 2, 3 o 4.
E la gestione dell’ufficio, consegnata nelle mani dei topi di ufficio, fa in modo che non vengano aggiunti i 30 (trenta) minuti previsti per consumare il primo od il secondo ordinario (al militare non risulta che abbia effettuato le sue 6 ore di servizio, ma solo 5,30) e, soprattutto, per nessun militare avente diritto alla consumazione del pasto, viene disposta la “sostituzione”. E questo modo di gestire le cose “ad personam” è del tutto anomalo e contrario ad ogni indicazione suggerita da norme e regolamenti che mamma Arma si dà.
Infine, se quel comandante fosse speclializzato nelle scorte e tutele, lotterebbe affinchè venissero segnalate le situazioni in cui si trovano le autovetture in dotazione ed in uso alla Sezione Scorte, le quali, oltre ad essere fuori “pacchetto di garanzia”, molte di queste risultano essere inefficienti ed insicure, sia per i militari impegnati nel servizio che per le persone tutelate e/o protette. Ma lui non lo sa. Lui non può saperlo. Lui non lo ha mai fatto.