Milano, NSC denuncia: “Fenomeni violenti ingiustificabili”

I fatti di violenza sociale reiterati che sono scoppiati nella periferia del quartiere Corvetto, con blocchi stradali e incendio di cassonetti dei rifiuti, avvenuti a poche ore dall’ inseguimento tra un equipaggio del Nucleo Radiomobile Carabinieri di Milano e due giovani magrebini, sono ingiustificabili!

I due stranieri, incuranti dell’ALT regolarmente intimato nella prima mattinata del 24 novembre scorso dai militari in uniforme per un normale controllo, hanno dato inizio ad una pericolosissima fuga per le vie trafficate della città che è terminata dopo un quarto d’ora con un violento incidente in cui è deceduto il giovane Ramy.

Pur nel rispetto del dolore provato dalla famiglia e dagli amici a seguito del decesso di un giovane ragazzo, comunque corresponsabile di una condotta illecita che ha dato origine all’evento culminato tragicamente, è opportuno sottolineare l’importanza di evitare che questa situazione si possa tradurre in un messaggio sbagliato e che metta in discussione i rapporti tra carabinieri e i giovani milanesi, soprattutto quelli delle periferie più degradate sotto il profilo sociale e della sicurezza come quello del quartiere Corvetto e dei numerosi complessi popolari della zona. La tutela dell’ordine pubblico non può tradursi in un “allontanamento” ancorché temporaneo dei Carabinieri da una zona di Milano, laddove da sempre sono un punto di riferimento per tutti i cittadini, pronti a dare il loro contributo nel contrasto dei reati di ogni genere ed a rispondere ad ogni richiesta d’aiuto.

L’aria di forte tensione e di odio sociale tra un gruppo determinato di abitanti delle periferie e gli uomini dell’Arma è impensabile e deleterio per tutti, come inaccettabili sono anche le accuse che stanno spopolando sui social e su alcuni articoli di stampa chiaramente orientati verso una certa politica.

Questa Associazione sindacale intende esprimere piena solidarietà e totale vicinanza ai colleghi coinvolti nell’inseguimento e specialmente a quelloindagato, fiduciosa nell’operato della magistratura a cui spetta il compito di accertare l’intera dinamica di quanto realmente accaduto, per dare risposte precise e inequivoche senza lasciare spazio a processi sommari mediatici e sentenze di condanna da social.

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