Non era in servizio, ma ha scelto comunque di agire.
È stato un carabiniere libero dal turno a individuare e bloccare l’uomo accusato della brutale violenza su una bambina di undici anni.
Un intervento rapido, scattato per intuito e senso del dovere, che ha permesso di concludere in poche ore la caccia all’uomo.
A commentare l’operato dei militari è Massimiliano Riccio, segretario generale provinciale del Nuovo Sindacato Carabinieri di Venezia, elogiando il comportamento del collega e la risposta corale dell’Arma.
“Questo episodio – afferma – dimostra cosa significa davvero essere carabiniere: il collega ha agito con coraggio e lucidità, mettendo al primo posto la sicurezza della comunità”.
“E con lui – aggiunge – molti altri militari sono rientrati spontaneamente in servizio: è lo spirito che ci contraddistingue, che va riconosciuto e sostenuto”.
La vicenda, infatti, evidenzia non solo il coraggio individuale ma anche lo spirito di corpo che caratterizza l’Arma.
Sul tema interviene anche Antonio Grande, segretario generale regionale del Nuovo Sindacato Carabinieri del Veneto, focalizzando l’attenzione sulle necessità concrete dei militari.
“I carabinieri non chiedono riconoscimenti – spiega – bensì rispetto, tutele e strumenti adeguati per fare bene il proprio lavoro”.
“Quando accadono episodi come questo – sottolinea il segretario di NSC Veneto – la politica deve ascoltare chi ogni giorno rischia la vita per proteggere gli altri”.
L’episodio di Mestre diventa così emblematico di una dedizione che va oltre il semplice dovere professionale.
Antonio Grande formula una riflessione che dà voce al sentimento dell’intera categoria.
“Essere carabiniere non è un mestiere, è una scelta di vita – conclude – e Mestre lo ha visto con i propri occhi”.
Convenzione con lo “Studio Legale Ruzzi”
L’Ufficio convenzioni ha stipulato una convenzione con lo “Studio Legale Ruzzi” con Studio a Manerba del Garda (BS) – Milano e Napoli, che ha riservato per gli iscritti al Nuovo…