La crescita dell’inflazione che sicuramente proseguirà anche nei prossimi mesi, facendo registrare ancora un rialzo dei prezzi, ormai non è più una novità, ma una costante a cui “purtroppo” tutti noi dovremmo far fronte con ulteriori sacrifici.
Al riguardo, ci chiediamo: “le società che gestiscono le mense nell’Arma, come possono correre ai ripari per poter a fine mese avere comunque un introito positivo”? Circostanza collegata, in particolar modo, al provento per pasto che su Napoli ci risulta essere all’incirca meno di 5 euro, cifra nella quale bisogna far rientrare il costo della bevanda; del pane; logicamente dei prodotti alimentari; di piatti, bicchieri, posate e tovaglioli monouso; parte dei costi di gestione; per finire con gli stipendi dei dipendenti.
Ecco, la nostra preoccupazione è che ciò possa ripercuotersi sulla qualità del cibo (già in passato oggetto di svariate lamentele) somministrato al personale dell’Arma, per cui non possiamo esimerci dal chiedere, ancora una volta, l’adozione del buono pasto (realtà già da tempo consolidata in tutte le altre P.A.), sempre in un’ottica strettamente legata al benessere del personale, direttamente proporzionale all’attuale periodo storico che stiamo vivendo.
La segreteria provinciale di Napoli del Nuovo Sindacato Carabinieri