«Intendiamo esprimere la nostra piena solidarietà al collega della Compagnia Carabinieri di Massafra, preso di mira dalla malavita perché lavorava alle indagini sulle attività del clan, oggi smantellato dalla Guardia di Finanza con l’arresto di 29 persone negli ambiti di una inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce».
A dichiararlo è Cataldo Demitri, segretario generale regionale Puglia del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).
«I nostri colleghi, soprattutto in terre difficili dove vi è alta densità criminale, sono sempre più esposti e con essi anche le loro famiglie. Chiediamo maggiori tutele per i lavoratori in uniforme che vanno dall’incremento degli organici per rafforzare i controlli del territorio, agli equipaggiamenti per farlo in sicurezza. C’è bisogno – dice Demitri – di maggiore incisività e presenza dello Stato, perché attentare all’incolumità di un carabiniere o inviargli “segnali” di avvertimento, si può tranquillamente tradurre come un affronto allo Stato e alle sue leggi».
RASSEGNA STAMPA
Mafia e voto scambio, sindacato carabinieri ‘collega nel mirino’
Inchiesta su Comune Statte, clan programmò attentato incendiario (ANSA) – TARANTO, 15 GEN – “Intendiamo esprimere la nostra piena solidarietà al collega della compagnia carabinieri di Massafra, preso di mira dalla malavita perché lavorava alle indagini sulle attività del clan, oggi smantellato dalla Guardia di Finanza con l’arresto di 29 persone in un’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce”.
Così Cataldo Demitri, segretario generale regionale Puglia del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC) in merito all’episodio dell’attentato incendiario all’auto della moglie di un carabiniere svelato dall’inchiesta della Dda di Lecce sul presunto clan mafioso che operava nel Comune di Statte.
“I nostri colleghi, soprattutto in terre difficili – aggiunge Demitri – dove vi è alta densità criminale, sono sempre più esposti e con essi anche le loro famiglie. Chiediamo maggiori tutele per i lavoratori in uniforme che vanno dall’incremento degli organici per rafforzare i controlli del territorio, agli equipaggiamenti per farlo in sicurezza”.
“C’è bisogno – osserva il dirigente sindacale – di maggiore incisività e presenza dello Stato, perché attentare all’incolumità di un carabiniere o inviargli segnali di avvertimento, si può tranquillamente tradurre come un affronto allo Stato e alle sue leggi”. (ANSA).