Inter – Torino: settantaduemila tifosi fra campioni d’Italia e “campioni” di (dis) organizzazione .NSC Lombardia: “Gravi errori a danno dei colleghi esposti al pericolo”

Il 28 aprile scorso si è disputato presso lo Stadio “Giuseppe Meazza” l’incontro di calcio Inter-Torino che ha sancito la vittoria del campionato italiano di Serie “A” della squadra ospitante.
All’incontro hanno partecipato circa settantaduemila spettatori, quelli censiti, provenienti da ogni parte d’Italia.
Al termine della partita, l’Inter ha festeggiato la vittoria con un “tour” dei calciatori su due autobus scoperti che hanno raggiunto dapprima la sede della società e in seguito piazza del Duomo, accompagnati da migliaia di tifosi che si sono accalcati nella piazza stessa e che sono stati salutati dai campioni d’Italia dalla panoramica “Terrazza Aperol”.
Per l’occasione, dopo diverse riunioni in Prefettura a Milano, sono state pianificate le misure di ordine e sicurezza pubblica:  è stato impiegato un importante contingente di Forze di Polizia, fra cui alcuni carabinieri effettivi alle Compagnie del capoluogo che, a partire dalle prime ore del mattino, sono stati posizionati ai varchi di accesso dello Stadio al fine di garantire la regolarità delle operazioni di afflusso e deflusso degli spettatori.
Tuttavia, allo scadere del turno di servizio giornaliero di sei ore previsto, i confratelli della Polizia di Stato hanno ricevuto il cambio e sono andati a riposare, mentre i militari dell’Arma presenti ai varchi hanno dovuto proseguire il servizio, sino a tarda sera e  senza interruzioni se non per consumare sul posto un pasto termosigillato di discutibile qualità, superando le dodici ore  di lavoro consentite per rispettare gli ordini impartiti dai Comandanti del dispositivo, noti “fulgidi esempi di elette virtù militari”.
La Segreteria Regionale NSC Lombardia, che ha registrato le numerose e ragionevoli lamentele degli iscritti, ha accolto con grande sollievo la notizia del rientro in Caserma degli stessi militari indenni, anche se solo nella tarda serata.
Uno stato psicofisico per nulla scontato, sia per il protrarsi delle ore d’impiego, sia per la condizione in cui hanno svolto il proprio compito, data la presenza di una folla esagerata di tifosi che ha praticamente monopolizzato le strade percorse dagli autobus con i calciatori e l’intera piazza del Duomo, paralizzando le vie del centro città .
Gli stessi militari, a un certo punto, si sono ritrovati in numero esiguo rispetto ai tifosi e praticamente stretti in una morsa fra i due bus, tra le continue spinte degli stessi tifosi esagitati, euforici per la vittoria del campionato da parte della squadra del cuore.
In effetti, dopo la partita, sebbene i carabinieri avessero completato l’orario giornaliero di servizio – sei ore – gli stessi sono stati comandati a presidiare l’angolo di una infuocata piazza del Duomo, in attesa dei pullman che avanzavano a passo d’uomo, lavorando per oltre quattordici ore di servizio continuativo, rimanendo per tutto il tempo in piedi e in diversi momenti sotto notevole stress fisico, dovendo contenere in alcuni tratti di strada decine di migliaia di tifosi che nel frattempo si erano accalcati lungo le fiancate dei due veicoli impedendo loro di procedere, rischiando puntualmente di essere schiacciati dalla folla.
Solo il caso ha voluto che nessuno rimanesse ferito o semplicemente perdesse i sensi per la stanchezza e la fatica accumulate, cosa che poteva accadere dopo aver sostenuto oltre due turni consecutivi di lavoro senza pausa, tenendo indosso il pesante casco da ordine pubblico legato al cinturone oltre all’intero equipaggiamento e all’armamento individuale.

IL MALESSERE DEL PERSONALE 

Non è assolutamente concepibile  dover constatare – purtroppo appena dopo un’analoga manifestazione di disorganizzazione, dimostrata durante la riunione del G7 Trasporti dall’Arma milanese nel disporre i servizi – che nonostante l’evento sportivo e i festeggiamenti siano stati ampiamente segnalati settimane prima, e le misure di ordine e sicurezza pubblica valutate per tempo anche presso la locale Questura, il Comando del Gruppo Carabinieri di Milano abbia agito con imprudenza e mancanza di sensibilità, disponendo i servizi senza pianificare i dovuti avvicendamenti delle aliquote di personale allo scadere del turno giornaliero di impiego, diversamente da quanto fatto dalla Polizia di Stato, pur nella consapevolezza che il tutto si sarebbe protratto sino a tarda sera.
Continuano infatti a giungere alla Segreteria di NSC Lombardia molte segnalazioni in tal senso, con tanto di disapprovazione in merito all’organizzazione dei servizi che ha generato malessere nel personale impiegato, fra iscritti e non della nostra associazione sindacale, che coralmente lamentano l’impiego prolungato e irregolare del personale a scapito dello stesso.
Ciò, a riprova che persiste una importante disorganizzazione sia da parte del Comando Provinciale Carabinieri di Milano, che avrebbe dovuto responsabilmente coordinare e sovrintendere a tutte le operazioni di pianificazione del servizio, sia del Gruppo Carabinieri di Milano, che ha predisposto il dispositivo rivelatosi inadeguato per le suddette ragioni.
Inutile si è rivelata, inoltre, l’assegnazione postuma del buono pasto per molti militari impiegati, sostitutivo di vitto da consumare nell’immediatezza, nel caso attuale come in quello del G7, poiché non rispondente alle necessità effettive di sostentamento alimentare di chi è sottoposto a maggiore stress fisico sul lavoro.

LE RICHIESTE DI NSC LOMBARDIA

Per queste ragioni, la Segreteria Regionale NSC Lombardia, riservandosi la valutazione di opportune azioni e un’informativa al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri  – Ufficio Relazioni Sindacali, chiede ancora una volta al Comandante della Legione Carabinieri Lombardia di Milano di procedere a ogni livello con le opportune verifiche, anche interpellando i militari impiegati di servizio durante la manifestazione sportiva, al fine di ripercorrere l’accaduto e adottare gli opportuni correttivi verso quei Comandanti che saranno ritenuti responsabili di una evidente disfunzione operativa.
NSC  rimarca come si continui a  perseverare in evidenti e gravi errori di organizzazione, che vanno a detrimento del benessere e della salute di molti lavoratori costretti a operare in condizioni di assoluto disagio ed esposti al pericolo, in turni di servizio massacranti che vanno ben oltre l’orario giornaliero senza considerare niente e nessuno all’infuori delle aspettative istituzionali.

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