Caldaia guasta alla Caserma dei Carabinieri di Salò (BS). NSC Lombardia: “I colleghi costretti a pagare per fare la doccia altrove, disagi inaccettabili”

La Caserma dei Carabinieri di Salò, sede della Compagnia e della Stazione omonime, è uno stabile di proprietà privata.
L’attuale proprietario, di cui si sconoscono i dati, l’ha acquisita almeno a partire dai primi mesi dell’anno 2023.
Da oltre dieci giorni la caldaia della Caserma è guasta: ciò significa che non vi è riscaldamento in tutto lo stabile, né tantomeno acqua calda, e ciò comporta notevoli disagi per i nove militari accasermati presso l’immobile.
Cinque di essi sono in ferma volontaria e sei sono donne, oltre a tutta la forza effettiva costituita da Nucleo Operativo Radiomobile, Nucleo Comando e Stazione che dispongono di spogliatoi con docce.
Sembrerebbe che l’inerzia della proprietà sia dovuta al fatto che la Prefettura di Brescia non ha sottoscritto il contratto di affitto e che questa paghi il minimo “sindacale”.
Il tecnico caldaista, intervenuto già nel mese di gennaio 2024 – quando avrebbe fatto una prima riparazione d’emergenza, ma il condizionale è d’obbligo – ha riferito anche che l’impianto termico non è a norma e andrebbe sostituito in toto, aggiungendo che nessuno si dovrebbe prendere la responsabilità di dichiaralo conforme.
Pertanto, al momento, vi sono diversi giovani colleghi e colleghe che non hanno acqua sanitaria calda e le cui camere, dove hanno l’obbligo di pernottare, non sono riscaldate.
Il fatto che la maggioranza sia costituita da giovani donne lontane da casa, rende la vicenda ancora più fastidiosa.

Occorre anche ricordare che chi smonta da servizi esterni quali Radiomobile e Stazione, dopo aver avuto a che fare con drogati, feriti, malati o aver preso freddo e acqua a secchiate, è costretto ad andarsene a casa fradicio e  sporco, nell’impossibilità di lavarsi.
Il fatto che sussista oppure no un contratto tra affittuario, ovvero la Prefettura,  e la proprietà non dovrebbe esimere quest’ultima, ai sensi del codice civile, ad adempiere alle manutenzioni e alle riparazioni straordinarie.
I militari accasermati sono costretti a fare la doccia presso un centro sportivo locale con cui hanno stipulato un abbonamento che  permette loro di accedere quasi tutti i giorni.
Per quanto si è appreso, il Comando Compagnia ha comunicato alla proprietà il guasto ma non è noto se la Prefettura di Brescia  – che può intervenire e fare azione di rivalsa – sia stata portata a conoscenza del fatto, se la linea gerarchica intesa quale soggetto che deve provvedere al vitto e all’alloggio dei militari in ferma volontaria  sia stata informata e quali provvedimenti abbia adottato.
Così come non si sa, a oggi, se in generale qualcuno, chiunque fosse, si sia attivato per risolvere la situazione.
Senza dimenticare che anche le famiglie di questi ragazzi, che annoverano appartenenti alle varie Forze dell’Ordine, si stanno chiedendo come sia possibile che si debba pagare per fare la doccia e che, nel 2024, si sia obbligati a dormire in Caserma quando questa è priva di riscaldamento e acqua calda.
Si partecipa infine che, in merito alla data di acquisto dell’immobile, i dati della proprietà dello stesso, il canone d’affitto che la Prefettura esborsa, circa eventuali procedure di “somma urgenza attivate” per il ripristino della caldaia –  che comunque non parrebbe più a norma –  ed eventuali soluzioni alloggiative ricercate,  tutti i rapporti tra Arma, Prefettura e proprietà sono gestiti in via esclusiva dal Comando Compagnia.

 

La Segreteria Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri Lombardia 

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