«La proposta nasce da una attenta valutazione dei rischi a cui giornalmente e principalmente gli operatori sono esposti. “Quello che sta a cuore al N.S.C. – spiega il Segretario Generale Provinciale Barletta-Andria-Trani, Aldo Calà – è la preparazione e la specializzazione degli operatori di polizia in tutti quegli aspetti che risultano essere le peculiarità distintive e di conseguenza di fondamentale importanza. Più volte si è affrontato il tema dell’uso delle armi, aspetto molto controverso che da un lato vede quasi additati gli operatori come fossero dei “pistoleri incompetenti”, dall’altra la necessità degli stessi operatori ad avere maggiori tutele e possibilità di formazione e specializzazione.”
In Italia, si stimano esserci circa 8,6 milioni di armi da fuoco regolarmente detenute, 1.222.537 le licenze di porto d’armi in corso di validità al mese di aprile 2022, ponendo la nostra nazione, al terzo posto dopo la Germania e la Francia.
Nonostante tutte le amministrazioni delle forze di polizia si attengono a quelle che sono le linee guida circa l’addestramento del personale, appare del tutto evidente, ad eccezione di quello specializzato, che molti operatori, spesso, spinti da spirito di responsabilità, di perfezionamento professionale o anche solo per attitudine personale, si ritrovano a frequentare poligoni di tiro T.S.N. a proprie spese.
Appare auspicabile – conclude Calà – un eventuale intervento a livello centrale che possa favorire l’inserimento nell’addestramento degli appartenenti alle forze dell’ordine, di tecniche di tiro più attuali, come il “tiro operativo” e il “tiro dinamico”, oltre a quello previsto da ogni singola amministrazione, nonché la possibilità di poter usufruire dei T.S.N o di altre strutture autorizzate mediante agevolazioni che permettano uno sgravio delle spese.