Ancora una volta il N.S.C. si schiera al fianco dei Carabinieri, iscritti e non, ai quali spesso viene negata la giusta ricompensa morale per i risultati ottenuti nei vari ambiti lavorativi conseguenti a tanti sacrifici, senza risparmio di energie né di tempo, lavorando ben oltre gli orari previsti, anche sacrificando gli interessi personali.
Anche di recente nelle varie cerimonie tenutesi in occasione della celebrazione del 209° Annuale di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri si è constatato che l’attività premiale, delicato ed efficace strumento di esercizio del governo del personale in quanto suscettibile di valorizzare, gratificare e motivare i militari, visti i tanti ostacoli posti dall’Amministrazione continua ad ingenerare malumori e sperequazioni, oltre che invidie tra il personale, sia per il suo intrinseco contenuto morale, sia per i riflessi che le ricompense possono avere, in prospettiva, sulla vita professionale, sulle progressioni di carriera degli interessati, sulle possibilità di accedere a concorsi e così via.
A gettare un ulteriore ombra sulle modalità di corresponsione di tali gratifiche il fatto che, ad oltre trent’anni dall’entrata in vigore della Legge 241 del 1990 e circa dodici anni dall’introduzione del Codice dell’Ordinamento Militare, non vi è alcuna trasparenza sui procedimenti amministrativi che nei casi di diniego non vengono partecipati ai militari proposti contrariamente a quanto accade in altri ambiti, come ad esempio la disciplina.
La problematica non è certo nuova, essendo già stata in più occasioni da anni segnalata dalla Rappresentanza Militare, mentre le stesse disposizioni ormai sono state integralmente recepite nell’ambito dei procedimenti disciplinari (vedasi Guida tecnica emanata dal Ministero) come di molti altri procedimenti, e ringraziamo chi di recente ha richiamato l’attenzione sulla stessa, invocando la piena attuazione delle disposizioni della legge 241/90 nei procedimenti finalizzati all’attività premiale.
Ci auspichiamo che l’inconveniente, con un sollecito e qualificato interessamento del Signor Comandante Generale, al quale è stata già trasmessa una segnalazione da parte di questa Segreteria Provinciale di Venezia, possa trovare celere soluzione.
2 Commenti. Nuovo commento
NON SONO CARABINIERE. Ma capisco il groviglio di contraddizioni in cui vi costringono ad operare. Episodi assurdi, dove praticamente vi si impone di agire senza tutele, vedi uso delle armi, ormai una… presenza simbolica. Se un teppista non si ferma al posto di blocco e corre ad impastarsi…i ” cattivi” siete voi, come accaduto a Bari, istituzionalmente preposti a far RISPETTARE LA LEGGE. Purtroppo UNA PARTE POLITICA incoraggia i mascalzoni a vilipendervi ! Sappiamo quale.
La gente onesta sa capire. Se le minoranze cialtrone e faziose fanno rumore, le zittiamo con la nostra SOLIDARIETA’ a voi dovuta.
Fino a che ci sarà invidia tra colleghi e tra reparti le segnalazioni da parte degli uffici preposti è sempre più un miraggio.