«Lo scorso 13 Ottobre, in Foggia veniva tratto in arresto per rapina ai danni di una tabaccheria un uomo di 29 anni poi tradotto presso la locale Casa Circondariale. Cinque giorni dopo, l’uomo è deceduto nella cella in cui era ristretto. Tutti gli operatori di Polizia, Carabinieri e Polizia di Stato, sono stati immediatamente indagati. Il medico nella costatazione di decesso parla d’infarto, ad ogni modo l’avviso di garanzia è comunque arrivato inesorabile agli operatori di Polizia intervenuti quel 13 ottobre. Se pur preventivo ed indispensabile tale avviso che ha consentito agli indagati di presenziare alla perizia dalla quale si apprende che i primi risultati escluderebbero la presenza di traumi ed evidenti segni di violenza. Si rappresenta che questa è l’ennesima riprova che c’è una falla nel sistema e che bisogna subito prendere dei provvedimenti.»
Lo dichiara Ivano Cirino, segretario provinciale Foggia del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC), che continua – «gli operatori coinvolti, saranno costretti a pagarsi di tasca propria le perizie e l’avvocato solo difendersi da quell’atto dovuto che mette in discussione il proprio operato. Non è ammissibile che ogni qualvolta un operatore di Polizia viene chiamato ad eseguire il proprio dovere venga indagato per “atto dovuto”, che non può e non deve essere un fatto conseguente alla nostra attività di servizio. È assurdo pensare che a seguito di tali eventi un operatore di polizia rischia di trascorre più tempo nei tribunali che nello svolgere il proprio dovere su strada a garanzia della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica a difesa del cittadino.»
Se pur da poco distribuiti sul territorio nazionale la pistola ad impulsi elettrici (Teaser x2) in dotazione alla CIO ed alla Radiomobile, – continua Cirino – valido supporto che evitare il contatto fisico durante l’intervento, altri reparti della territoriale ne sono sprovvisti. Per tanto si evidenzia quando sia indispensabile l’uso delle Body Cam sulle divise, nonché sui veicoli di servizio ed in tutti gli uffici di Polizia, ribadito più volte da questa organizzazione sindacale pugliese, così da rendere trasparente il nostro operato evitando di essere indagati per quel famoso “atto dovuto” che genera notevole stress e mortificazione del personale, che tra l’altro, si trova costretto ad essere magari trasferito in altra sede di servizio. Si dimentica – conclude Cirino – che dietro quella divisa vi è un uomo o una donna, magari padre o madre di famiglia, costretti a dover affrontare molteplici difficoltà anche economiche trasferendo tali problemi al proprio nucleo familiare.