25 Novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

 

Nella giornata contro la violenza sulle donne la segreteria provinciale del Nuovo Sindacato Carabinieri di Vicenza, analizzando anche la dinamica sotto l’aspetto militare legale, intende rinnovare il suo impegno nella lotta contro questo grave fenomeno sempre più attuale, che non accenna a diminuire e che trasla dalle mure domestiche fino a i luoghi di lavoro.

ll fenomeno non è limitato al periodo attuale, tant’è che già il 7 aprile 2011 viene approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, nota anche come Convenzione di Istanbul, e tale convenzione viene ratificata dall’Italia con legge 27 maggio 2013 nr. 77. Nonostante ciò però il fenomeno è in pericolosa ascesa; basti guardare i numerosi fatti di cronaca che affliggono il nostro paese quotidianamente.

Essendo le forze armate lo specchio della società, questa APCSM vuole evidenziare che la tematica non si limita soltanto alla popolazione civile. Il Nuovo Sindacato Carabinieri, infatti, vuole portare alla luce che, sebbene sono stati segnalati alle diverse procure militari italiane casi di violenze e abusi anche di natura sessuale nei confronti delle donne in divisa, purtroppo i codici penali militari attualmente in vigore, risalenti al 1941, non annoverano tra i precetti in essi contenuti testi che condannano simili condotte. I motivi per i quali vi siano tali vuoti normativi potrebbero ricondursi alla circostanza che vede la presenza delle donne nelle forze armate solo dopo l’entrata in vigore della legge nr. 380 del 20 ottobre 1999, dopo la quale le donne hanno fatto il loro ingresso nelle forze armate. Da tale evento storico, oggi più che mai, nasce la necessità di prevedere anche nell’ordinamento penale militare una maggiore tutela contro la discriminazione di genere e contro le violenze in ogni forma esse si verifichino; infatti, i casi relativi a reati a sfondo sessuale che vengono portati a dibattimento nei Tribunali Militare vengono, per forza di cose, di fatto derubricati in reati quali “minacce ad inferiore” o “ingiuria” (Vds Sentenza nr. 13733 cass. Pen. sez. III del 05.12.18).

Il codice penale militare di pace, che prevede alcune fattispecie di reato contro la persona, deve quindi adeguarsi ai tempi moderni, e infatti è di estrema importanza che venga data immediata tutela alle donne in divisa all’interno delle caserme che possono, anche in un contesto militare, subire reati attinenti alla sfera sessuale anche dai commilitoni.

Bisogna precisare però che in relazione alle violenze di genere negli ambienti militari sono nati due D.D.L precisamente Rauti (AS1193) e Maiorino (AS1478) ma alla data del 27 aprile 2022: risultano ancora “in corso di esame in commissione”.

 

Questa O.S. Auspica che vengano approntati strumenti idonei per rendere efficace la tutela penale anche nei confronti delle donne che indossano le stellette in quanto sussiste il notevole rischio di condotte violente o discriminatorie contro quest’ultime, anche in ragione del fatto per cui si trovano in un contesto di soggezione gerarchica che può essere utilizzata in chiave illecita.

In ultimo, ma non di minore rilevanza, c’è da considerare che già risulta arduo denunciare una violenza nel vivere quotidiano come quello delle mura domestiche, immaginiamo quanto possa essere complicato all’interno di un ambiente come quello di una  caserma.

Purtroppo proprio per l’incertezza delle pene, molto spesso le violenze non vengono denunciate per paura di ripercussioni successive, come, per esempio, l’isolamento.

E ancora, chi è chiamato poi a gestire queste situazioni, non avendo dei riferimenti normativi certi si trova a brancolare nel buio e a compiere decisioni inadeguate posto che molto spesso, oltre al disagio e alla sofferenza patita, la vittima è costretta a rimanere nello stesso posto di lavoro del presunto carnefice.

I reati come molestie sessuali, atti persecutori, violenza sessuale rientranti nel c.d. Codice Rosso devono essere contemplati anche nelle procure/tribunali militari.

La violenza non è un opzione.

La Segreteria Provinciale di  Vicenza  del N.S.C.

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