Ci avviciniamo a salutare anche questo 2021. Un anno difficile come, purtroppo, sono stati questi ultimi, ma che nonostante tutto è stato di crescita per NSC: il numero dei nostri iscritti è più che raddoppiato e per questo li ringraziamo per la fiducia accordataci. Abbiamo visitato fisicamente circa 140 Comandi Arma, rilevando problematiche e suggerendo soluzioni. Ai colleghi iscritti è stato garantito supporto in materia di questioni disciplinari – solo il nostro pool disciplina nel 2021 ha seguito 73 colleghi – cause di servizio ed in tutti quei settori nei quali, per far valere i propri diritti, è necessaria la consulenza di persone con una specifica competenza e preparazione. Quest’anno abbiamo rivolto la nostra attenzione anche al delicato tema dei suicidi, alle pari opportunità, alla tutela della famiglia. Abbiamo garantito a titolo gratuito la tutela legale dei nostri iscritti mediante una polizza assicurativa. Quest’anno una cosa l’abbiamo capita: da che mondo e mondo, le cose che non vanno non le cambiano gli appagati. Chi è soddisfatto, chi ha una cornice dove sta bene, non ha alcuna intenzione di cambiare. Anzi, si chiede perché dovrebbe farlo. Chi invece non lo è può liberare quell’energia che consentirà anche agli altri di trovare risposte nuove, obbligandoli anche a porsi domande nuove. Quest’anno, da più parti, noi di NSC siamo stati simpaticamente definiti più aggressivi rispetto alle altre sigle sindacali dell’Arma. Piuttosto che aggressivi, direi che siamo più arrabbiati. Aggressività e rabbia sono spesso considerate un tutt’uno, quando invece sono due cose ben distinte: la rabbia è un’emozione mentre l’aggressività è un comportamento, tant’è che si può provare rabbia pur mantenendo un contegno pacifico. E la rabbia che parte dal basso è una rabbia che nasce dal mancato riconoscimento dei diritti fondamentali, ed è di conseguenza giusta e legittima. L’innovazione ed il progresso nascono soltanto quando non si ha ciò che si dovrebbe avere, quando le proprie istanze non vengono ascoltate, quando non c’è nemmeno qualcuno che ti metta nelle condizioni di proporle, quelle istanze. Essere capaci di ascoltare il prossimo è un dovere legato indissolubilmente alla nostra professione, è quella specifica attitudine rivelatasi il motore principale capace di farci crescere come sindacalisti. Ed anche quest’anno abbiamo raccolto e portato all’attenzione del Comando Generale le istanze di tanti colleghi, dai corsisti fino a coloro che sono prossimi alla pensione.Come sindacalisti, come persone e come carabinieri, guardiamo al 2022 come un anno nel quale proseguire la nostra attività al fine di continuare a mettere al centro di tutto i valori della persona, la cui dignità è intangibile rispetto a ogni pur rispettabile interesse. Personalmente, in qualità di Presidente, sono particolarmente soddisfatta di come siamo riusciti a portare all’attenzione del Comando Generale problematiche importanti, ed a me particolarmente care, come quella dei suicidi nonché la delicata questione delle pari opportunità, con la certezza che questo sia stato solo un inizio.
Buon 2022!
Monica Giorgi Presidente NSC