In occasione della Giornata della Memoria dedicata alle vittime delle Leggi razziali, della Shoah e delle deportazioni, anche la voce del Nuovo Sindacato Carabinieri si è fatta sentire in ricordo di coloro che persero la vita in quel terribile momento storico.
In particolare, l’Ufficio Nazionale Mobile di NSC ha voluto rendere omaggio all’impegno dei tanti carabinieri che, fedeli al proprio giuramento e spesso rimasti senza nome, si sacrificarono fino alle estreme conseguenze pur di fermare l’orrore antisemita.
Furono proprio i carabinieri a trarre in salvo tanti ebrei dalla deportazione, rimanendo sempre al loro fianco.
Durante la Shoah, uno dei periodi più drammatici nella storia dell’umanità, i militari non si resero mai partecipi né tantomeno spettatori della barbarie contro la popolazione: una scelta pagata anche con la vita.
Cinque valorosi militari dell’Arma figurano nel Giardino dei Giusti, per perpetuare la memoria delle loro gesta che sintetizzano il fondamentale impegno dei Carabinieri a favore della tutela della comunità ebraica.
Ecco i loro nomi:
Carlo Ravera Maresciallo di Alba, in provincia di Cuneo che, insieme alla moglie Maria, svolse un ruolo fondamentale per salvare dodici famiglie di ebrei profughi dalla Jugoslavia;
il Maresciallo Osman Carugno, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Bellaria in provincia di Rimini che, durante la guerra, affiancò l’albergatore Ezio Giorgetti – primo in ordine di tempo tra i Giusti italiani – per portare in salvo trenta ebrei;
Enrico Sibona, Maresciallo in servizio a Maccagno, nella provincia di Varese, che protesse dalla deportazione alcuni ebrei che risiedevano nel paese, favorendo la loro fuga;
il Maresciallo Giacomo Avenia, che a Calestano, nel territorio di Parma, prese parte al salvataggio della famiglia Mattei, ebrei profughi da Fiume;
il Brigadiere Giuseppe Ippoliti che nell’inverno del 1943, insieme alla consorte Teresa Zani, mise al riparo dai nazisti le due sorelle ebree Fischhof, spacciandole per proprie nipoti.
Ben cinquemila sono stati i carabinieri deportati nei lager nazisti al termine del conflitto.
L’Arma visse uno dei periodi più difficili e al tempo stesso esaltanti della sua lunga storia: a rievocare l’eroismo di tutti i militari che subirono la deportazione, è la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Essa fu concessa alla Bandiera dell’Arma per il contributo che tutta l’Istituzione offrì alla Guerra di Liberazione e alla Resistenza.
*Fonte foto: Facebook
Il collaboratore dell’Ufficio Nazionale Organizzazione Mobile del Nuovo Sindacato Carabinieri Massimo Salsiccioli