Com’è noto, nel 2018 il CG ha emanato una circolare che stabilisce il limite di 15 anni di permanenza presso i Reparti Speciali. Questa disposizione, se ne vengono analizzate le ripercussioni nella loro complessità, presenta molte criticità.
Come Nuovo Sindacato Carabinieri siamo sensibili all’argomento ed abbiamo ritenuto opportuno interessare il Comando Generale in tal senso. Lo abbiamo fatto grazie ad una nota redatta dalla Segreteria Regionale Calabria, in virtù della quale abbiamo posto vari quesiti: abbiamo chiesto per quale motivo sono stati previsti periodi di permanenza massima, prorogabili annualmente dal Comando Generale su proposta del comando di corpo, quando invece sarebbe stato sufficiente stabilire che dopo 15 anni, il militare interessato, avrebbe potuto ottenere un sicuro trasferimento ad altra sede gradita, se richiesto.
Abbiamo anche evidenziato le nostre perplessità sul fatto che, per essere quei colleghi ritenuti meritevoli di ottenere detta proroga, siano stati previsti tutta una serie di criteri nei quali il datore di lavoro ha un’ampissima discrezionalità, anche in materia di note caratteristiche. Non solo: anche una semplice sanzione disciplinare di corpo può pregiudicare la possibilità di ottenere la proroga.
Nei contesti militari, com’è noto, per lo stesso identico comportamento si può essere legittimamente puniti o perdonati: dipende tutto dalla volontà del “capo”. Come può, un giudizio sui colleghi che operano in un settore tanto professionalizzato, essere così condizionato dalla valutazione discrezionale di un superiore e dunque slegato dal merito? Va da sé che questo genera frustrazione e mortificazione nel personale.
Ci siamo altresì chiesti: con quale spirito i colleghi si dovrebbero aggiornare, come spesso accade, anche a spese proprie, sapendo di essere “in scadenza”? Con quale interesse potrebbero frequentare, anche a proprie spese come molti fanno, percorsi universitari scelti appositamente in relazione al comparto in cui prestano servizio, se poi quelle conoscenze verranno vanificate in un futuro non lontano?
Come NSC, abbiamo chiesto al Comando Generale che venga valutata l’opportunità di una profonda revisione della circolare in questione al fine di permettere, nell’interesse dell’Istituzione e del militare, di tenere conto della volontà sia di quei colleghi che manifestano l’intenzione di permanere presso i comparti di specialità, sia di coloro che decidono di lasciarlo.
Non possiamo che manifestare le nostre perplessità di fronte ad una istituzione il cui agire sembrerebbe orientato a privarsi dei suoi specialisti tramite una circolare, facendo un torto a sé stessa ed alla comunità che è chiamata a servire.