Il Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri Massimiliano ZETTI a margine dell’incontro tenutosi il 13 settembre con tutte le sigle sindacali dichiara:
“Abbiamo ancora una volta preso atto della manifestazione di volontà espressa dal Generale LUZI di alimentare e diffondere la cultura sindacale all’interno delle Forze Armate e in particolare nell’Arma dei Carabinieri, con una serie di provvedimenti che lentamente stanno prendendo corpo e auspicando che anche tutti gli Ufficiali dovrebbero iscriversi per non rimanere senza tutele. Egli ha ribadito la sua personale contrarietà al “doppio cappellismo” di dirigenti sindacali che rivestono la carica di delegati Cobar, che ha caratterizzato questa lunga e burrascosa fase transitoria di passaggio al sindacalismo militare. Dopo aver appreso che ad oggi circa 30 mila Carabinieri sono iscritti alle varie Associazioni Sindacali e cioè 1/3 dell’Arma, nei 5 minuti di replica concessi, ho lamentato l’insoddisfazione per l’atteggiamento dell’Ufficio Relazioni Sindacali del Comando Generale che non fornisce risposte soddisfacenti alle nostre segnalazioni o svicola affermando in maniera unilaterale che la materia trattata esula dalle competenze del sindacato.
Nelle periferie, ancora troppi Comandanti di Legione, in contrasto con le direttive del Generale Luzi, rifiutano il dialogo e il confronto con le Associazioni Sindacali, limitandosi, obtorto collo” a invitare i dirigenti locali alle sole cerimonie e commemorazioni varie.
A titolo esemplificativo questa O.S. ha indicato una vastissima serie di segnalazioni scritte di cui si attendono risposte e che riguardano il benessere e la serenità dei colleghi, molte delle quali vertono sui sottorganici di tutti i reparti dell’Arma e ciò che ne consegue. Per concludere, prendendo atto dello sforzo del Gen. Luzi di incontrare ogni 4 mesi le Organizzazioni Sindacali, si ritiene opportuno ancora una volta che lo stesso intervenga nei confronti di tutti quei Comandanti che rifiutano il dialogo con le Organizzazioni Sindacali, e che con il loro comportamento alimentano frizioni e contenziosi, che oltre ad essere uno schiaffo nei confronti del Comandante Generale, comportano solamente nocumento all’immagine dell’Istituzione che amiamo e di cui vogliamo migliorare le condizioni di vita dei suoi appartenenti.