Il D.P.R. 4 settembre 2024 n.140 nell’adeguare vari articoli del TUROM ha introdotto, facendo un semplice copia-incolla di quanto era già previsto per i militari della Rappresentanza Militare (che agivano in servizio e a carico dell’Amministrazione), alcune tipologie di infrazioni disciplinari per i dirigenti sindacali che svolgono attività sindacale senza avere i requisiti della legge (illogica, irrazionale e incostituzionale secondo noi), oppure che trattano materie escluse dalla competenza della L. 46/2022.
In sostanza, a titolo di esempio potrà verificarsi che:
1) il dirigente sindacale che in un intervento pubblico o comunicato stampa tratterà cento argomenti di cui uno solo esula dalle competenze, potrà essere sottoposto a un procedimento disciplinare. RIMANE DA CHIEDERSI: chi decide che tale argomento sia attinente alle competenze o che esuli da esse?
2) un dirigente sindacale che esercita il diritto di critica verso il Comandante di Legione, diverrà oggetto di vendetta ritorsiva da parte dello stesso Comandante di Legione che potrà avviargli un procedimento di rigore dinanzi alla sua Autorità!
QUESTO È VERO E PROPRIO TERRORISMO PSICOLOGICO TESO A IMBAVAGLIARE LA SCOMODA ATTIVITÀ SINDACALE.
A ciò si aggiungono la solerzia e la sollecitudine con cui il Comando Generale sta divulgando fino a livello Comando Stazione il Decreto sopra menzionato che entrerà in vigore il 17 ottobre 2024. Un Decreto che restringe e imbavaglia le attività sindacali.
MINISTRO CROSETTO, SE LA GERARCHIA VUOLE IL CONTROLLO GERARCHICO E DISCIPLINARE SULL’ATTIVITÁ SINDACALE, CE LO FACCIA SAPERE.
Credo che nessuno di noi sia disposto a farsi crocifiggere dal primo Comandante di turno privo di buon senso.
SIGNOR MINISTRO, QUALCUNO LE HA RIFERITO CHE IL D.P.R. IN OGGETTO SIA STATO OGGETTO DI OSSERVAZIONI DA PARTE DELLE ASSOCIAZIONI SINDACALI. NIENTE DI PIÙ FALSO.
È stata una decisione presa dalle gerarchie, fatta sopra la testa delle APCSM.
Se un Sindacato insulta, offende e diffama è giusto intervenire penalmente o aprendo l’istruttoria per la cancellazione dall’albo per violazioni della L. 46/2022, ma il controllo disciplinare sull’azione disciplinare è inaccettabile, è una cosa fuori dal mondo ed è palesemente anticostituzionale.
Essendo garantisti fino al midollo e presumendo che la S.V., presa dai mille impegni istituzionali, non sia stata ben informata dai suoi più stretti collaboratori degli effetti nefasti e liberticidi di un simile decreto, la invitiamo a intervenire BLOCCANDO IL REGOLAMENTO con apposita circolare o con qualunque strumento idoneo al raggiungimento dell’obiettivo.
Traslare la normativa della Rappresentanza Militare sull’Attività Sindacale, ha grossissimi difetti che la cecità, l’incapacità e l’incompetenza giuridica di chi scrive certi regolamenti, non coglie.
In particolare dobbiamo ricordarci che la Rappresentanza Militare era composta da militari in servizio che agivano a spese dell’Amministrazione e rappresentavano un’altra faccia dell’Amministrazione stessa, mentre l’attività sindacale è costituita da volontari, eletti, liberi dal servizio, e che agisce e si autofinanzia con versamento delle quote sindacali.
Controllare gerarchicamente e disciplinarmente l’attività sindacale privata è palesemente contro la costituzione.
MINISTRO CI APPELLIAMO A LEI AFFINCHÉ INTERVENGA, PERCHÉ RITENIAMO CHE QUALCUNO LA STIA “FREGANDO”.
P.S.: le materie trattate rientrano tra quelle previste dalla legge vigente, sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario.
Massimiliano Zetti, Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri