La contraffazione alimentare del Made in Italy tra sofisticazioni, alterazioni e fake food ha mosso nel 2021 circa dieci miliardi di euro.
A essere maggiormente preoccupati sono i consumatori che, secondo l’indagine di NetworkDigital360 “I rischi del food”, manifestano il timore per la propria salute.
Il punto sulla situazione lo fa direttamente il Ministro del MASAF Francesco Lollobrigida che, parlando del grano italiano e del piano straordinario di controlli che sarà attivato a metà novembre sul grano duro importato, dice: “Non devono essere un aggravio per le imprese, ma un ulteriore strumento di garanzia dell’utilizzo di grano italiano, a vantaggio delle persone che acquistano e degli stessi produttori, che vedono così garantito il valore della loro fatica e del loro valore nell’utilizzare una materia prima di origine nazionale”.
La compagine operativa deputata ai controlli, rappresentata dai Carabinieri per la Tutela Agroalimentare e per la Tutela Forestale e Parchi, la GdF, la C.P., AGEA, l’Agenzia Dogane e Monopoli e ICQRF del MASAF, a cui è affidato il ruolo di coordinamento operativo ha effettuato nel primo semestre 2023 circa 120mila verifiche e 1.846 sequestri che hanno tolto dal commercio 10 milioni di chili di prodotti.
Come sindacato siamo pienamente soddisfatti dell’impegno del Ministro atteso che i risultati sono sicuramente incoraggianti ma allo stesso tempo vorremmo esserlo anche rispetto all’impiego e al benessere del personale e, dopo aver interessato senza risposta il CGA, il CUFAA e i Ministeri Difesa, Interno e MASAF, attendiamo ancora risposte per le criticità che rallentano l’apertura dei nuovi Nuclei Tutela Agroalimentare di Bergamo, Bari, Verona, Oristano, Firenze, Avezzano e Reggio Calabria, del resto già preventivati nella manovra finanziaria 2023.
Ad attendere l’istituzione dei presìdi sono settantasette unità di personale dei centodiciannove specializzati dell’Arma dei Carabinieri nella Tutela Agroalimentare dall’aprile 2023.
Personale formato con un relativo corso di specializzazione che ha richiesto un cospicuo investimento in termini di risorse ma all’attualità lasciato in stand-by, nell’indifferenza dei disagi amministrativi che comporta rispetto alle aspettative professionali, personali e di impiego. Auspichiamo quindi una celere risoluzione rispetto alle ambizioni professionali dei settantasette specializzati, destinate a tutelare uno dei settori più importanti dell’economia italiana e che attendono l’istituzione dei presidi per mettere a disposizione della collettività la professionalità acquisita.
L’anno volge al termine e il personale merita risposte che attende da tempo.
La segreteria nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri-