Le relazioni sindacali costituiscono lo strumento di partecipazione volto a costruire il dialogo tra i rappresentanti dei lavoratori e l’Amministrazione: la partecipazione, connotata da carattere costruttivo e trasparente, deve basarsi sul rispetto reciproco delle funzioni ed essere portatrice di vicendevole considerazione rispetto ai diritti e agli obblighi.
In questo simposio, il ruolo dei sindacati quali rappresentanti degli interessi collettivi, occupa una parte integrante e difatti, insieme ai Ministeri interessati e ai rappresentanti dell’Istituzione, le APCSM sono parte decisionale nelle fasi negoziali economiche e normative volte alla tutela di determinati temi contrattuali, quali la formazione, l’aggiornamento, la retribuzione, l’orario di lavoro e tutte le ulteriori materie che, in modo diretto o indiretto, influiscono sul benessere personale e professionale del lavoratore.
Il sindacato quindi, anche per il tramite della contrattazione collettiva, rappresenta il mezzo per l’autoregolamentazione dei rapporti di lavoro e delle relazioni sindacali.
Purtroppo, nella nostra categoria approcci diversi hanno determinato dei rallentamenti all’affermazione del pensiero di tutela e la “voluta” difficile differenziazione con la rappresentanza militare così come l’appannaggio conservatore di taluni Comandanti, hanno prodotto una serie di incomprensioni che si sono poi sviluppate in continui tentativi volti al ridimensionamento di quelle che dovrebbero essere le libere attività delle APCSM, peraltro maldestramente giustificati come necessari per il giusto mantenimento dell’attività di comando.
Il periodo che avrebbe dovuto intendersi come di adattamento, è stato invece protagonista di un continuo andamento a carattere dispositivo attuato nei confronti delle APCSM, con l’intento di affermare uno stretto controllo anche sulle stesse attraverso azioni per limitarne l’autonomia e l’indipendenza.
In particolari casi e in special modo in quelle realtà in cui maggiormente si afferma il pensiero di tutela dei diritti dei carabinieri, volutamente è stato creato un clima di subordinazione psicologica mediante denunce e trasferimenti per incompatibilità ambientale a danno di vari dirigenti sindacali, senza peraltro chiedere il preventivo nulla osta all’APCSM di riferimento, così come previsto per legge.
Un atteggiamento, quello tenuto dal Comando Generale, che “nelle more dei regolamenti attuativi” si è espresso in maniera restrittiva anche nell’emanazione delle ultime circolari limitando i diritti sindacali riconosciuti dalla legge 46/2022 anche riguardo alle guarentigie dei dirigenti sindacali.
Di altro conto, ma della stessa intenzione, è la mancata informazione alle APCSM riguardo attività o interventi che possano interessare le materie di competenza.
Caso emblematico del mancato riconoscimento del ruolo delle APCSM da parte dell’Amministrazione che, non ponendo le stesse nella possibilità di conoscere, mai permetteranno loro di svolgere appieno il ruolo a loro riconosciuto.
Si cerca quindi di sminuire o per meglio dire annullare il riconoscimento della tutela dei diritti di ogni carabiniere, così come accade quando non viene autorizzata un’assemblea richiesta in qualche struttura per la quale sono state segnalate delle anomalie, annullando il principio del “concordare” e trasformandolo invece in quello monodirezionale dell’autorizzazione.
Non di meno, la pericolosa ostruzione nella mancata attivazione di appositi spazi all’interno delle strutture per consentire la pubblicità delle attività prodotte dalle APCSM.
Naturalmente, noi del Nuovo Sindacato Carabinieri abbiamo atteso con rispetto l’organizzazione e l’avvio dei rapporti tra Amministrazione e APCSM e, benché si possa riconoscere una ricercata positiva mediazione da parte dell’Ufficio Relazioni Sindacali, dobbiamo però denunciare l’intrusione e la volontà di ostruzionismo attivata da parte di taluni uffici del Comando Generale, così come anche da alcuni periferici che invece di valorizzare il processo democratico in atto riconosciuto dalla Corte Costituzionale cercano invano di ostacolarlo.
In ragione di ciò, in una procedura cosiddetta di raffreddamento, sei APCSM su sette hanno chiesto al Comandante Generale, quale massima espressione dei rapporti dell’Amministrazione con le APCSM (CC), un autorevole intervento volto a stabilire il rispettoso equilibrio nei rapporti degli uffici interessati con le parti sociali.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri interrompe quindi i rapporti di dialogo con l’Amministrazione e attende le indicazioni che il Comandante Generale riterrà opportuno esprimere ai propri uffici, preannunciando che saranno perseguite tutte le opportunità concesse al fine di affermare il diritto conquistato.
Michele Capece – Segretario Generale Aggiunto del Nuovo Sindacato Carabinieri