“Negli ultimi giorni, le parole di un esponente politico hanno scosso l’opinione pubblica, definendo i Carabinieri “assassini” in merito all’inseguimento che ha portato alla tragica morte del giovane Ramy a Milano. Ci riferiamo a Marta Collot esponente di “Potere al Popolo” “. Tanto riferisce la Segreteria Regionale Puglia del Nuovo Sindacato Carabinieri, che sulla questione precisa: “Questo episodio che aveva sollevato un acceso dibattito sulla condotta delle forze dell’ordine, oggi deve necessariamente vertere sulla responsabilità dei politici nel commentare situazioni così delicate e complesse e il loro relativo impatto”.
È fondamentale sottolineare che, secondo le ricostruzioni ufficiali, non è emersa alcuna prova che giustifichi tali accuse gravissime e prive di fondatezza. Inoltre, l’assenza di armi da fuoco da parte dei Carabinieri durante l’operazione, dimostra che non vi è stata alcuna intenzione di provocare danni, limitandosi a quello che, legittimamente, viene dall’art. 55 del codice di procedura penale: “La polizia giudiziaria deve, anche di propria iniziativa, prendere notizia dei reati, impedire che vengano portati a conseguenze ulteriori, ricercarne gli autori, compiere gli atti necessari per assicurare le fonti di prova e raccogliere quant’altro possa servire per l’applicazione della legge penale.”
Le Forze dell’Ordine, infatti, hanno il compito di garantire la sicurezza pubblica e di intervenire in situazioni di emergenza, sempre con la massima responsabilità.
In questo particolare contesto, appare chiaro come ci si debba interrogare se sia opportuno che le istituzioni competenti adiscano alle vie legali nei confronti dell’esponente politico. Il diritto di opinione, garantito grazie alla nostra Costituzione, appare, a buon titolo, violato proprio in considerazione della violazione di altri diritti di valore costituzionale.
Le parole utilizzate sono diventate l’esercizio dialettico di pensieri e opinioni che non solo ledono l’immagine dell’Arma dei Carabinieri e delle Forze dell’Ordine in senso più generale, ma rischiano di minare la fiducia della popolazione nei confronti di un’istituzione fondamentale per la sicurezza di tutti.
L’auspicio è che in futuro dichiarazioni di questo genere, probabilmente di puro impeto, vengano sostituite da opinioni ragionate e scevre dall’emettere sentenze, viepiù senza averne competenze e titoli.
Soprattutto nelle situazioni di criticità appare necessario un approccio sereno e costruttivo al dibattito.
La giustizia deve prevalere ed è quella a cui tutti dobbiamo sapientemente e coscientemente auspicare
La Segreteria Regionale Puglia del Nuovo Sindacato Carabinieri