Il T.A.R. Lombardia ripristina il diritto di critica negli ambienti Arma.
Una incomprensione delle istruzioni ricevute dal proprio comandante da parte di un maresciallo, inserito suo malgrado, in una chat whatsapp di lavoro, tra l’altro vietata con circolare, gli è costato un procedimento disciplinare. Un “viva l’Italia – viva l’Arma dei carabinieri”, la cui prova di addebito non ha superato l’esame di un giudice viene interpretata – da quel comandante, come dileggio dell’Istituzione.
Al maresciallo gli si contesta la volontà di “ridicolizzare” l’Arma.
Un travisamento di fatti a cui aggiungono una presunta responsabilità dell’inoltro all’esterno della chat, dei messaggi. Insomma una chiave di lettura soggettiva e priva di elementi fattuali ed oggettivi, anche in termini di prova.
Inoltre la motivazione dei due atti – sanzione di primo grado e Ricorso gerarchico – sarebbe diversa in quanto il primo fonda la sanzione sui toni sarcastici e ironici nei messaggi WhatsApp, mentre il secondo sull’inesattezza delle informazioni fornite. Insomma un grande equivoco che comunemente crea l’ utilizzo di messaggistica istantanea tant’è che il comando generale ne vieta l’utilizzo per servizio.
A porre la parola fine a questa “querelle” inverosimile e che oggi potrebbe essere letta come danno di immagine è il TAR Lombardia che annulla il procedimento disciplinare.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri conclude uno dei responsabili del pool disciplina, continua a mietere successi e assiste i propri iscritti passo dopo passo.
Convenzione con “MIAPENSIONE”
La Segreteria Nazionale ha stipulato una convenzione con MIAPENSIONE (società di consulenza previdenziale) che ha riservato agli iscritti al Nuovo Sindacato Carabinieri condizioni agevolate.