«L’indennità di comando prevista dalla Legge di Bilancio n° 178/2020 e destinata unicamente ai comandanti di stazione, non viene corrisposta. Eppure, la predetta Legge di Bilancio, ha stanziato una somma pari a 7,6 milioni di euro per questa finalità».
Lo rende noto il segretario regionale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC) del Friuli Venezia Giulia Gabriele Camilli.
«Ad oggi – rammenta Camilli -, si registra un completo immobilismo dell’Amministrazione che non consente l’attivazione dell’indennità, né vi sono cenni di questo nel contratto recentemente firmato. I comandi di stazione sono delle realtà complesse, reparti oberati di lavoro al quale con sacrificio i Carabinieri si dedicano e che fanno fronte a carenze strutturali ed organizzative di ogni genere e che tutti noi ben conosciamo. Il voler non assegnare o la mancanza di interesse nel farlo, la cifra deputata all’indennità per i Comandanti di Stazione, rappresenta uno schiaffo a chi opera quotidianamente nel territorio e capace di creare quel legame indissolubile fra cittadini ed Istituzioni. Ricordiamo infine, che i Comandanti di Stazione, quei tanti che si sono lamentati e ce lo hanno fatto presente, non si dolgono di qualche euro non corrisposto: il sentimento è diverso, più profondo. Si lamentano di non essere considerati. Questo aspetto è quello che dovrebbe far riflettere: se le più alte sfere non si interessano è assolutamente ovvio che ci si senta lasciati, per l’ennesima volta, soli. Non vogliono un’elemosina, bensì un riconoscimento del lavoro svolto e della funzione centrale che ricoprono. Con buona pace della “grande famiglia”, delle “fondamenta” del sistema e con buona pace di 7.6 milioni che chissà dove sono finiti e se e quando verranno distribuiti».