C’era una volta la Fores…, ops, i Carbinieri Forest…, ops, neanche quelli ormai

La specialità Forestale dei Carabinieri, alla luce della norma che ha fatto scomparire il Corpo Forestale dello Stato facendone transitare gran parte del Personale nell’Arma, è chiamata a svolgere alcuni compiti importanti in materia di incendi boschivi. Di certo, sono scomparsi i compiti di Direzione delle Operazioni di Spegnimento, oggi demandate (come da sempre per chi non lo sapesse) alle Regioni e, in concorso, ai Vigili del Fuoco. Senza entrare nel merito dell’ormai annuale disastro relativo alla lotta attiva agli incendi boschivi, occorre comunque rappresentare che ai Carabinieri Forestali sono demandati quei compiti fondamentali di polizia giudiziaria, finalizzata all’accertamento delle cause dell’evento ed eventualmente risalire all’autore. Non meno importante, poi, la funzione di perimetrazione delle aree percorse dal fuoco, i cui dati sono necessari per far sì che i Comuni possano adottare/aggiornare il Catasto delle Aree Percorse dal Fuoco; strumento fondamentale ai fini della gestione e tutela del territorio nonché quale deterrente per eventuali future azioni illecite. Purtroppo però, come al solito, queste funzioni fondamentali vengono messe tutte dietro quella di più alto profilo professionale, ovvero la STATISTICA. Oggi i Carabinieri Forestali vengono chiamati ad intervenire immediatamente su ogni incendio, anche più di uno contemporaneamente, solo ed esclusivamente perché a fine giornata devono comunicare i dati relativi a superfici interessate, mezzi intervenuti (compiti demandati ai DOS e alle Centrali Operative delegate dalle Regioni), senza aver avuto neanche il tempo di compiere una minima attività di indagine relativa – anche solo per accertarne le CAUSE – innegabilmente a sfregio delle direttive impartite già nel 2017 da Comando Generale e dal CUFAA stesso. Sul punto, qualche alto ufficiale ritiene necessario che durante la stagione estiva le Procure devono essere messe in preventivo che deleghe di indagini non devono mandarne.

Altro fattore grave è che i Carabinieri Forestali, (antecedentemente a questa gara a chi dà prima i numeri a fine giornata) utilizzavano per le attività demandate dalla legge, oltre che per effettuare accertamenti tecnici propri di tale specialità, uno strumento chiamato Sistema Informativo della Montagna: un applicativo GIS sicuramente di vetusta realizzazione e che necessitava di aggiornamenti (e upload), ma che permetteva di studiare il territorio nel tempo attraverso ortofoto che dal 1997 mostravano la trasformazione delle aree, oltre a realizzare tematismi diversi in base al settore d’impiego.

Purtroppo, quando qualcosa è utile e funzionale, la logica resta fuori dai cancelli e quindi è stato scelto di abbandonare tale strumento e di optare per il QGis, software moderno e di grandi potenzialità. Addirittura l’Amministrazione lo indica ufficialmente su diverse pubblicazioni come strumento da utilizzare per inserire le perimetrazioni degli incendi boschivi, per la realizzazione di rilievi da inserire sul CSifa per i tagli boschivi, per i controlli sul pascolo, ecc.. Ovviamente, se la logica resta fuori è anche giusto che, come da buona abitudine dell’Arma, l’accesso completo a tutte le funzionalità è limitato ai soli comandanti di Stazione.

Tutta questa innovazione, e fior di corsi di formazione, tutt’ora in fase di realizzazione, dove viene insegnato l’uso del QGis, per poi alla fine ricevere notizia che lo stesso non è utilizzabile perché l’Arma lo ritiene poco sicuro in termini di rischi di intrusione. Quindi, come al solito: non usatelo ma usatelo.

Oggi la specialità forestale, con forte conformazione tecnica, è comunque basata su un organico esiguo che non permette di fare nemmeno delle suddivisioni nette di permessi di accessi; non ha più alcuno strumento valido e certificato per poter lavorare eppure, è d’obbligo ricordare che i Carabinieri Forestali, per legge, devono fare le perimetrazioni. Quindi anche quest’anno dovranno, anche se non si sa come, poter stabilire se un immobile abusivo è ancora perseguibile penalmente o è stato realizzato in epoca remota, se un bosco è stato tagliato in epoca remota o più recente, o anche se il corso di un fiume è stato deviato, e così via.

Forse è il caso che apriamo il cancello e far entrare un po’ di logica funzionale o forse è il momento che il Comando Generale faccia proprie le problematiche della gestione del CUFAA che, al momento, si adopera soprattutto nel disporre operazioni finalizzate sempre al Dio “numero” senza una vera strategia operativa finalizzata al futuro e a disfare ciò che di buono esisteva. Il loro impegno pare sia riservato esclusivamente a nuovi hobby, come cambiare periodicamente le denominazioni dei reparti ex CFS ed ideare nuove soluzioni per distruggere la territorialità di tali strutture, il tutto dimenticando la “mission” di un Corpo che era tra i primi graditi agli Italiani ma che anche in quel tempo, era costruito esclusivamente da chi aveva gli anfibi sporchi di fango. Forse non si riflette abbastanza e dimentichiamo che i fondi incamerati sulla scorta di convenzioni con Enti derivano proprio dalla presenza capillare e dall’impegno di chi gli anfibi vorrebbe continuare a sporcarseli.

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