«Prendiamo atto della sentenza della Corte di Cassazione, sul caso dei carabinieri della stazione Levante di Piacenza, che ha disposto per alcuni il rinvio in Corte d’Appello e ha condannato definitivamente l’appuntato Montella a 9 anni e 8 mesi, pur riducendo la pena. In questo procedimento il Nuovo Sindacato Carabinieri era parte civile, l’ammissione non è mai stata messa in discussione ed è stata per noi una legittimazione della nostra organizzazione sindacale, considerando che siamo stati ammessi nonostante i fatti fossero avvenuti prima della nostra costituzione».
Lo dichiara Massimiliano Zetti, segretario generale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC)
«L’interesse del sindacato – prosegue Zetti – era quello di essere presente per impedire che si ripeta in futuro quanto accaduto, considerando la possibilità che certe degenerazioni come nel caso di specie, fossero il frutto della follia statistica dei numeri. Un clima e una male interpretata ansia da prestazione che ha portato questi operatori a delinquere pur di fare attività operative. Noi riteniamo che la presenza di un sindacato vero all’interno della struttura dell’Arma dei Carabinieri, sia un anticorpo per prevenire queste storture e far sì che chi era deputato al controllo sui sottoposti non sfugga alle proprie responsabilità. Nel corso del processo – conclude – è venuto fuori che alcuni avrebbero voluto denunciare ma non lo hanno fatto per paura di subire ripercussioni, il nostro ruolo è dunque anche a tutela di quei Carabinieri che vogliono denunciare, affinché non si verifichino più casi come quello della stazione Levante».
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