Carabiniere Livorno, Nuovo Sindacato Carabinieri: «Iniziato il solito circo mediatico. Si lascino lavorare gli organi competenti»

«Premesso che la violenza non è mai giustificabile, neppure quando vi è la presunta colpevolezza della persona stessa, e che di primo acchito quel gesto potrebbe rievocare tristi episodi impossibili da dimenticare, mi sento di spezzare mezza parola perché conosco personalmente il collega del video, una persona con più di trent’anni di servizioche, per quanto ne so, non si è mai resa protagonista di gesti assurdi».
Lo dichiara Monica Giorgi, Presidente del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC)
«Quello che ci appare come un gesto di estrema violenza potrebbe essere in realtà stato un gesto maldestro compiuto da una persona a fine carriera con i relativi acciacchi dovuti all’età, più che una reale intenzione di sopraffazione. Un’azione talmente goffa che ha finito per colpire il collega e non il soggetto fermato, come si evince da una più accurata visione del video, che si conclude con l’arresto del soggetto. Per quanto appreso – continua Giorgi – ci sarebbe stato un inseguimento a piedi da parte del carabiniere più giovane il quale, una volta raggiunto il rapinatore, avrebbe subìto una violenta resistenza. Il collega, una volta messo in sicurezza il mezzo, avrebbe raggiunto l’altro e a quel punto, in un picco di adrenalina, avrebbe tentato di interporsi a protezione del collega più giovane – che fino a pochi attimi prima aveva avuto una colluttazione con il rapinatore – eseguendo una manovra istintiva rivelatasi inopportuna e soprattutto inefficace. L’arresto per tentata rapina e resistenza a P.U. è stato successivamente convalidato e pare che il rapinatore in aula si sia scusato per la resistenza compiuta. Oltre ad essere stupiti per la celerità dell’intervento del Comando Generale dell’Arma nel rilasciare dichiarazioni sull’accaduto, ci auguriamo che vi sia altrettanta celerità nel prendere atto che certi episodi possono magari essere sintomatici delle criticità vissute da chi opera quotidianamente sul territorio, spesso non ascoltate, né tantomeno comprese. Questa potrebbe essere l’occasione per riflettere seriamente sulla necessità di investire di più dal punto di vista della formazione – anche sul piano etico – affinché i Carabinieri non siano più visti in azioni che destano un accorato dissenso. Detto ciò – conclude Giorgi – lasciamo che siano gli organi competenti ad accertare i fatti nelle sedi idonee, senza alimentare gogne mediatiche e senza richieste di licenziamenti da parte di chi, pur col dovuto rispetto per il ruolo che ricopre, non ha alcuna competenza per sindacare sul lavoro quotidiano di uomini e donne in divisa».

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