Addio ai matrimoni in G.U.S., Arma al passo coi tempi? NSC chiede al Comando Generale di annullare la disposizione

I carabinieri di tutta Italia, in data 11 giugno 2024, hanno subito un amaro risveglio.
In questo giorno, che si spera non passi alla storia come un addio ai matrimoni in G.U.S., il 1° Reparto SM Ufficio Addestramento e Uniformi del Comando Generale ha dato divieto assoluto, IMMOTIVATAMENTE, a tutti i carabinieri d’Italia di indossare la Grande Uniforme Speciale per il giorno più importante della loro vita.
L’ordine impartito interviene immediato anche sulle autorizzazioni già rilasciate, quindi in via retroattiva!
La nuova disposizione, prevede due soluzioni.
La prima è l’utilizzo della G.U.Ce. per tali cerimonie, divisa che non viene data in dotazione nel corredo militare.
Ciò comporterebbe di conseguenza un dispendio di denaro per l’acquisto, spesa che graverebbe sia sullo sposo che sui partecipanti al picchetto.
La seconda: la scelta di rinunciare alla tradizione e alla storicità dell’Arma, decidendo di sposarsi in abiti civili.
Si tratta di tradizioni che da secoli distinguono i carabinieri dalle altre Forze Armate.
Ciò non di meno, tale imposizione danneggerebbe oltre ai militari anche le loro famiglie che con fatica hanno atteso quel lieto evento, vedendo sfumare una trasognante emozione tanto attesa.
Poter indossare la G.U.S. inorgoglisce il carabiniere, è una firma di appartenenza storica, la RICOMPENSA a tutte le rinunce e i sacrifici fatti per i propri familiari, è l’onore per i militari che servono il proprio paese e l’Arma.
È la RICOMPENSA per tutte le notti insonni e le festività saltate, per tutte le mancanze.
Un orgoglio non solo militare, ma anche per i parenti che hanno condiviso il sacrificio e soprattutto per i partecipanti all’evento che ammirano la storia dell’Arma dei Carabinieri prendere vita.
Per tale motivo il Nuovo Sindacato Carabinieri ha immediatamente scritto al Comando Generale per sollevare l’assurdità della disposizione, riportando le suddette osservazioni, affinché si provveda immediatamente a una rimodulazione dell’imposizione impartita.
Evidentemente accortosi dell’irragionevolezza della cosa, il Comando Generale è subito corso ai ripari con una proroga dell’entrata in vigore della disposizione al 1° ottobre 2024.
I carabinieri sanno benissimo che questa proroga sposterà soltanto in avanti la questione, posticipando il malumore dei carabinieri e dei loro congiunti soltanto all’autunno.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri, nella sua nota al Comando Generale, ha chiesto fermamente che si faccia marcia indietro rispetto a questa disposizione, annullandola.
Al fine di poter affrontare ulteriormente la questione, propone, soltanto in via subordinata, una proroga al 1 gennaio 2025 per scongiurare il senso di disagio e di disaffezione generale verso chi stava attendendo con fierezza e desiderio, e aveva già programmato, il giorno più importante della propria vita.

 

La Segreteria Nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri 

 

 

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