Il 26 aprile u.s. una delegazione del Nuovo Sindacato Carabinieri, composta dal Segretario Generale nazionale Massimiliano Zetti, dal Capo Ufficio Igiene e Sicurezza sul Lavoro del sindacato Giovanni Pittalis, dal Segretario Regionale Generale aggiunto Davide Modarelli, dai Segretari regionali Lombardia Pietro Massimo Tizzani e Luca Lasiepe, dal Segretario provinciale di Milano Cosimo Cutino, nonché dal Segretario Generale della provincia di Bergamo Francesco Porrello, dall’ aggiunto Glauco Realee dal Segretario provinciale Gianluca Carluccio, ha svolto una visita al Comando Compagnia Carabinieri di Treviglio (BG), ai sensi dell’art. 1479 bis – comma 1 – lett. e) del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare).
Per circostanze non è stato concesso di svolgere un’assemblea sindacale nella stessa sede per l’asserita assenza di un locale all’uopo idoneo e attrezzato, lacuna strutturale comunicata al NSC solo qualche giorno prima dell’evento con la proposta, in alternativa, di svolgere la riunione presso la sede del Comando Provinciale Carabinieri in Bergamo, ubicazione rivelatasi scomoda per la delegazione che vi ha rinunciato, anche perché non agevole per molti iscritti e per altri militari che avevano già confermato la partecipazione in quel di Treviglio.
La visita alla sopra citata Compagnia Carabinieri si è resa necessaria a causa della segnalazione in ordine ad alcune situazioni “anomale”, sia attinenti la struttura, sia con riguardo al rischio dell’integrità psico-fisica dei militari in forza a quel Comando (stress da lavoro correlato), nonché sull’ipotesi di propagazione del fenomeno c.d. quiet quitting, verosimilmente attribuibili allo “stile” di taluni comandanti nell’azione di governo del personale, intesa come la tendenza indotta nei dipendenti a lavorare esclusivamente nei tempi e nei modi stabiliti secondo il contratto di lavoro, senza fare straordinari o assumersi responsabilità aggiuntive. Si tratta, in effetti, di una vera e propria forma di auto-difesa posta in essere dal lavoratore ad una problematica sempre più diffusa nel mondo del lavoro: quella del c.d. Burnout, ovvero la sindrome patologica correlata allo stress da lavoro che, a lungo andare, causa l’esaurimento delle risorse psichiche e fisiche del lavoratore stesso e la comparsa di sintomi negativi come ansia, nervosismo e demoralizzazione.
Ad accogliere i dirigenti sindacali vi erano il Comandante della locale Stazione Carabinieri, Luogotenente Luca Bencivenga, il Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile, Tenente Emanuele Ruggiero ed il Comandante della Compagnia, Maggiore Antonio Rosario Stanizzi, i quali, dopo un primo momento di armonica presentazione, nell’Ufficio del Comandante della Stazione hanno onorato l’intervento offrendo un caffè gradito dai più.
Il Segretario Generale Massimiliano Zetti è subito entrato nel vivo della visita, esponendo gli scopi del Nuovo Sindacato Carabinieri e le principali attività sindacali in attoa livello ministeriale, con particolare riferimento alla piattaforma contrattuale per cui è già avviato un tavolo di trattative dinanzi ai preposti dicasteri ed in particolare al Ministro della Difesa Guido Crosetto. Zetti è intervenuto in modo chiaro, diretto ed esaustivo sulle principali ragioni che hanno indotto la delegazione sindacale a visitare quel Comando, evidenziando ai Comandanti presenti in modo specifico alcune palesi violazioni o diverse interpretazioni alle norme e alle circolari diramate dal Comando Generale dell’Arma tutt’ora vigenti, con specifico riferimento allo stile di Comando e più in particolare ad una discutibile “esortazione” formalmente recapitata al Segretario Provinciale NSC di Bergamo avente tutte le caratteristiche di “una quinta sanzione di corpo” oltre le quattro previste dal C.O.M.. Inoltre, lo stesso Zetti ha tenuto una approfondita discussione sull’utilizzo strumentale, specialmente in Lombardia, di quella circolare diramata dal C.G.A. che consente ai comandanti di uomini di valutare, secondo un sacrosanto principio di concretezza e attualità spesso violato, l’invio dei militari presso l’Infermeria presidiaria per essere sottoposti a visita medica psichiatrica. Al riguardo, sono state altresì rimarcate le responsabilità connesse alla valutazione dei casi, non solo etiche, in capo ai comandanti che per la quasi totalità non hanno alcuna competenza medica o psicologica, tantomeno dotati della giusta sensibilità, pertanto si sono rivelati incapaci di individuare con ragionevolezza ed effettività quei segnali di sofferenza psicologica nei militari dipendenti meritevoli di tale attenzione, rispetto ad altri assolutamente sani anch’essi inviati pretestuosamente a visita medica. Tanto è confermato dai dati statistici, atteso che la maggior parte dei militari inviati presso l’Infermeria presidiaria, situazione che si rileva specialmente in Lombardia, immediatamente dopo la visita psichiatrica vengono immediatamente rimandati al Reparto di appartenenza idonei al servizio militare incondizionato per assenza di patologie in atto.
Il Capo Ufficio Igiene e Sicurezza sul Lavoro di NSC, Giovanni Pittalis, è intervenuto per sottolineare l’importanza della prevenzione in materia di sicurezza sul lavoro e soprattutto per rimarcare le responsabilità che la legge demanda ai dirigenti, oltre che alla figura del datore di lavoro, ai delegati e deleganti, argomento che ha suscitato molta attenzione fra tutti i presenti in special modo quella del Comandante della Compagnia.
Nel contesto è stata evidenziata la facoltà concessa alle sigle sindacali di interloquire ad opportuno livello con l’Ufficio Relazioni Sindacali del Comando Generale e di rendere pubbliche situazioni degne di rilievo sindacale, laddove la chiusura al dialogo costruttivo fra le parti lo imponga.
La visita ai luoghi di lavoro e quindi ai Reparti presenti nella sede, nonché i contatti con i militari presenti, non hanno fatto emergere particolari situazioni degne di attenzione sindacale, sebbene sono state notate alcune carenze strutturali ed in materia di sicurezza che non sono sfuggite neanche al Comandante attento, che avrà certamente coinvolto l’Amministrazione comunale competente per una pronta risoluzione, nella consapevolezza che un luogo di lavoro accogliente e sereno migliora l’efficienza e il rendimento dei militari e degli stessi Reparti.
A seguito della visita è pertanto possibile esprimersi nel complesso positivamente, attesa altresì la dimostrata disponibilità ed apertura di quei Comandanti all’interlocuzione costruttiva con le rappresentanze sindacali, che da qualche anno costituiscono ormai una realtà di crescita e sviluppo dell’Arma dei Carabinieri, soprattutto per il benessere del personale e dell’intera Istituzione, quale valida alternativa agli ormai obsoleti, insignificanti e finalmente abrogati Organi di rappresentanza militare.
Segreteria Regionale Nsc Lombardia