Le Forze dell’Ordine hanno un denominatore comune: dedicano la propria vita alle necessità degli altri.
Vivono di emergenze e rischi e la mattina, quando arriva il momento di salutare i figli, lo si fa sempre come se potesse essere l’ultima volta.
Chi svolge un certo tipo di lavoro, infatti, conosce bene anche il calcolo delle probabilità.
Donne e uomini in divisa , non importa quale sia il colore, conoscono i pericoli della strada ma sanno anche che nelle difficoltà avranno sempre un valido alleato: tra loro si chiamano cugini di giubba.
Non può comprenderlo la politica, né tantomeno chi vive negli uffici, ma quando una giubba cade, solo una mano può aiutare a rialzarla e sarà sempre e solo quella di un “cugino”.
Il colore dei lampeggianti e il suono delle sirene è lo stesso, così come l’odore del sangue: quello che in tanti, tra carabinieri, poliziotti, finanzieri e militari hanno versato per difendere gli altri.
L’onore che portiamo addosso non deve essere merce di scambio, chi lotta sul territorio non prova rivalità e il tavolo contrattuale deve essere unico.
La locuzione “divide et impera” appartiene al passato: oggi esistono i sindacati militari e alcuni di questi rivendicano tutele per tutti non accettando manie di protagonismo divisive.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri figura tra essi e rivendica le tutele economiche per TUTTO il personale del Comparto Sicurezza e Difesa e vuole farlo sedendosi insieme ai sindacati di Polizia e agli altri sindacati che hanno realmente a cuore il benessere degli uomini e delle donne che lavorano sul territorio.
Michele Capece, segretario generale nazionale aggiunto del Nuovo Sindacato Carabinieri