Dall’11 al 13 aprile Milano ha avuto l’onore di ospitare nel Palazzo Reale la riunione dei Ministri del G7 Trasporti, presieduta dall’Italia, a cui hanno partecipato le delegazioni dei ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti di Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America, oltre all’Unione Europea rappresentata dalla Commissaria ai Trasporti.
Tutto si è svolto in una cornice di sicurezza eccezionale anche per merito dei Militari dell’Arma che sono stati proiettati in strada per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica. Purtroppo però sono giunte diverse segnalazioni dai militari iscritti a questa associazione sindacale che lamentano notevoli e ingiustificate disparità di trattamento, che evidenziano una complessiva disorganizzazione e la mancanza di coordinamento del Comando Provinciale Carabinieri di Milano e dei dipendenti Gruppi Carabinieri di Milano e Rho (MI). In particolare, è stato segnalato che i militari del Gruppo Carabinieri di Rho, diversamente dai colleghi del Gruppo Carabinieri di Milano, pur essendo impiegati in servizi di ordine pubblico oltre che nelle connesse vigilanze necessarie per garantire la sicurezza dei partecipanti al G7 e tutelare le delegazioni anche nei luoghi degli eventi connessi e presso le strutture ricettive, servizi disposti con ordinanze emesse dalla locale Questura e richiamati in quelle dell’Arma, diversamente dagli altri non percepiranno la dovuta indennità di O.P. pur se prevista per “disposizioni superiori” ovvero per una diversa interpretazione delle indicazioni della stessa Questura.
Ma non è tutto. Le disparità di trattamento o difformità, sintomo di pessima organizzazione ed a conferma del mancato coordinamento fra le linee di Comando e degli Uffici preposti, sono emerse anche semplicemente nella distribuzione e nei contenuti stessi dei sacchetti contenenti acqua e quei pochi alimenti di ristoro, utili ai militari impiegati per più ore al fine di rifocillarsi. Sono infatti giunte numerose segnalazioni dei militari che hanno reclamato di non aver ricevuto alcun sacchetto pur se spettante, di altri militari che hanno segnalato di aver ricevuto il sacchetto ma che al suo interno non vi era la bottiglietta d’acqua, nonché altri militari ancora che hanno segnalato di aver ricevuto il sacchetto ma, a discapito dei primi, in alcuni casi il sacchetto conteneva due bottiglie d’acqua e un pacchetto di crackers completamente sbriciolato.
Per la sua parte è utile specificare che il Gruppo Carabinieri di Milano si è distinto per aver promesso e disposto la concessione del “buono pasto” per i militari aventi diritto.Peccato però che tale impegno, formalizzato in un documento d’ordine di servizio, sia rimasto del tutto vano, perché molti militari hanno dovuto mettere mano al proprio portafoglio per cenare acquistando, come in alcuni casi, una pizza margherita in piazzetta Pattari a Milano al prezzo di undici euro oltre che quello relativo ad una bottiglia d’acqua, nella speranza che almeno parte di detto importo possa essere ridotto allorquando e se sarà finalmente distribuito il buono pasto (viene da domandarsi ovviamente a cosa serva un buono pasto a cessata esigenza).
Tutti i militari impiegati in servizio durante il G7 hanno comunque svolto il proprio lavoro in modo efficace (anche iniziando il turno di servizio alla mezzanotte, in più casi avvisati solo poche ore prima ovvero dopo le ore 17:30 e senza avere tempo per riposare) nonostante le citate disfunzioni gravi e le mortificazioni subite dalle disparità di trattamento economico e alimentare.
Per cui la Segreteria Regionale Lombardia e la Segreteria Provinciale di Milano NSC, riservandosi di valutare le opportune azioni e un’informativa al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri – Ufficio Relazioni Sindacali, chiedono a gran voce al Comandante della Legione Carabinieri Lombardia di Milano di disporre ad ogni livello le opportune verifiche, anche interpellando uno per uno tutti i militari impiegati di servizio durante il G7, al fine di verificare quanto sostenuto ossia la corretta concessione della citata indennità ai lavoratori aventi diritto in relazione al tipo d’impiego, nonché di disporre la concessione senza ulteriore ritardo del buono pasto a tutti gli aventi diritto che,non avendo ricevuto in anticipo il predetto buono, hanno dovuto sborsare di tasca propria una somma di denaro per mangiare, sebbene irrisoria, intervenendo in maniera rigorosa nei casi in cui i militari siano rimasti senza sacchetto di ristoro e senza acqua per tutto l’orario d’impiego, individuando e intervenendo sui responsabili di questa clamorosa disorganizzazione operativa.
Questa associazione non può non sottolineare come i problemi citati, tipici dell’ esercito di Francesco II di Borbone meglio noto ai più come “Franceschiello”, non sono nuovi a quest’Arma meneghina che puntualmente persevera in evidenti errori di organizzazione, a discapito del benessere di molti lavoratori costretti a operare anche in condizioni di disagio, oltre l’orario di servizio giornaliero, in orari notturni e senza potersi neanche dissetare.