Finalmente!! Giustizia è fatta!! Questo Ufficio Nazionale Organizzazione Mobile del Nuovo Sindacato Carabinieri – NSC e la Segreteria Nazionale NSC, nella persona soprattutto di Ilario Castello, hanno seguito, sin dagli albori, la vicenda che ha visto coinvolto il nostro Iscritto e Fratello Michele. Il fatto è da ricondurre ad un iter giudiziario che lo ha visto coinvolto per fatti contestatigli mentre svolgeva il suo servizio di Ordine Pubblico.
Tutto nacque ed accadde il 27 giugno 2021, in Milano, piazza XXIV maggio, una delle zona ove la “movida” degenera in gravi turbative dell’ordine e Sicurezza Pubblica. In quelle ore mattutine, La Squadra Antisommossa chiamata a dare man forte agli equipaggi del Nucleo Radiomobile di Milano, intervenne per ripristinare la quiete in un contesto che era già degenerato a seguito della violenta aggressione di teppisti incuranti degli ordini, vani, dell’Autorità.
Il Team che intervenne, mirabilmente gestito dal nostro Dirigente di Sezione Marco La Barbera con al suo interno Michele, ripristinò la quiete pubblica utilizzando la minima forza necessaria ed indispensabile a respingere la minaccia secondo un graduale e progressivo indice d’azione.
Nei giorni successivi, l’assedio mediatico di video divulgati ovunque “ad arte”, fece intendere che era il caso di mettere alla gogna qualcuno che potesse aver ecceduto nell’intervento. Giorni frenetici di “caccia al colpevole” con una “Var interna” degna della finale dei mondiali di calcio con la quale si assegna un “rigore all’ultimo minuto”. La Segreteria Nazionale NSC, accortasi su segnalazione di Dirigenti ed Iscritti, che “tirava aria di bruciato” e che si voleva a tutti i costi un capro espiatorio, intervenne con un pesante comunicato stampa per tutelare chi aveva operato.
Purtroppo quando “il fuoco viene alimentato”, invece di essere gestito per estinguerlo, accade che gli esiti si svelano di lì a poco.
Michele venne additato come il “cattivo” , con vanto di qualcuno, dall’interno del Reparto, di averlo riconosciuto: “wow!! E’ lui!! sì l’ho riconosciuto io!! wow!!” (immaginiamo la scena di gaudio all’esito di quella super indagine).
Michele diviene prima indagato e poi imputato. Inizia il Processo presso il Tribunale di Milano. Soprassediamo sulle testimonianze di chi ha redatto alcuni atti contro Michele.
Diverse sono state le udienze, ove Michele ha ogni volta presenziato, difeso come sempre egregiamente, dall’Avvocato Giorgio Carta, rinomato luminare della materia “forze di polizia ed ambienti militari” e già figura “principe” del pool legale di Nsc. Michele andava difeso senza se e senza ma, perché questo “clima di caccia alle streghe” a 360 gradi andava annientato.
La vicinanza della nostra sigla, degli amici Dirigenti, Ilario Castello in primis, ed anche la fratellanza dei colleghi anche di altre sigle sindacali, non hanno mai lasciato solo Michele.
Oggi 17 gennaio 2024, dopo 2 anni e 7 mesi dagli eventi, la Sentenza (presente alla lettura della stessa, per conto dell’Avvocato Carta, l’Avvocato Notarangelo).
ASSOLUZIONE!!! Formula piena!!! La formula più ampia che attesta la legittimità di chi operò.
L’arringa dell’Avvocato Carta ha rappresentato un vero e proprio trattato a difesa di chi opera in strada. Operatori che dovrebbero pero’ sempre poter contare sull’applicazione dell’art 53 del Codice Penale (l’uso legittimo della forza e delle armi).
A perorare tale tutela a favore del Personale operante ci si attende che siano, per primi, gli stessi superiori Gerarchici durante la ricostruzione dei fatti. Non pretendiamo che, quali nostri condottieri, possano ritornare (mera utopia) Comandanti del calibro dei Sigg. Generali Carlo Alberto Dalla Chiesa, Niglio o Federici (un “Alpino” più Carabiniere di tanti altri), per fare degli esempi. Certamente auspichiamo che il Personale non venga trattato come “carne da macello”.
In nome del Popolo Italiano è stata emessa la Sentenza. Per conto del Popolo Italiano si opera sulla Strada.
Per tutelare invece chi si trova ad “incappare” in tali vicende, suo malgrado, interviene il Sindacato. NSC è stato presente, da subito e fino alla fine.
Il collega non va Mai lasciato solo! Mai! Soprattutto quando deve subire ciò che ha subito Michele.
Non si meraviglino i superiori se poi, dopo queste dinamiche (e soprattutto dopo ciò che avvenne al reparto nei giorni successivi), l’operatore della strada si chiede “ma chi me lo fa’ fare!??”.