Questa Segretaria Provinciale ha appreso che, nel corso di una delle ultime assemblee del consiglio comunale di Milano, è stata respinta, senza argomentazioni e la necessaria attenzione, la proposta avente per oggetto la possibilità di inserire le targhe dei veicoli privati in uso agli appartamenti alle FF.PP. tra quelle beneficiarie della deroga al pagamento del ticket per l’ingresso in Area C a Milano.
Dalla giornata del 30 Ottobre 2023 il ticket in questione subirà un sostanziale aumento, passando dagli attuali € 5,00 a € 7,50. Il danno, per le tasche di quei lavoratori provenienti da zone poco o nulla servite dal trasporto pubblico, è ovvio.
Data la quantità di “barriere” a “protezione” della stessa, ci si chiede perché invece di Area “C” non si parli di “51”.
Vogliamo in questa sede ricordare a chi ha l’avesse dimenticato che il reddito percepito da un operatore di polizia o da un qualsiasi lavoratore del settore pubblico è lontano anni luce dal consentire una dignitosa sistemazione alloggiativa a ridosso della famigerata Area C, figurarsi al suo interno! La quasi totalità degli Operatori di Polizia impiegati nelle caserme insistenti in quest’Area, e in generale a Milano, vivono di fatto in altri comuni e sono quindi costretti a percorrere quotidianamente, con la propria autovettura, distanze considerevoli anche in ragione degli imprevedibili orari di servizio che, spesso, non consentono di sfruttare il servizio di trasporto pubblico, soprattutto negli orari serali e notturni.
Inoltre, ciliegina sulla torta delle scomodità eco-friendly, dal 1 Ottobre 2023 tutti i possessori di veicoli Euro 4 e 5 a gasolio non potranno più fare ingresso all’interno dell’Area B, rendendo in buona sostanza obbligatorio sostituire l’auto per quanti, pur non prestando servizio all’interno dell’Area C, sì trovano comunque a lavorare all’interno del comune di Milano.
Questa Segreteria, attenta alle esigenze dei lavoratori in divisa, vuole esprimere la propria preoccupazione per la posizione assunta dal comune di Milano, totalmente incurante dell’importante impatto economico che la questione avrà sui bilanci delle famiglie degli Operatori di Polizia.
In un momento storico in cui il caro vita è alle stelle, queste ulteriori spese non faranno altro che peggiorare il tenore di vita di quei lavoratori in uniforme di cui ci facciamo i portavoce.
Ancora, come si potrà risolvere la cronica carenza organica di personale tra le Forze di Polizia a Milano se la città diventerà ancora più inaccessibile, sotto il profilo economico, ai lavoratori in divisa?
Spese che, peraltro, in qualsiasi altra sede di servizio non sarebbero necessarie.
Al fine di tutelare il benessere di tutti i colleghi interessati e certi di trovare spazi di apertura e dialogo, stanti le ragioni di cui sopra chiediamo al Comune di Milano di voler rivalutare la propria decisione in materia.
Le Forze dell’ordine, forse qualcuno l’ha dimenticato, sono una risorsa per la collettività tra la gente, per la gente.
Presumiamo, anche nell’Area C.
LA SEGRETERIA PROVINCIALE DI MILANO