Se c’è una cosa sicura nel mondo delle Forze dell’Ordine per azioni che abbiamo l’obbligo di eseguire è senz’altro “l’atto dovuto”
Attendevamo con una sicura ansia il cosiddetto atto dovuto, che anche in questa circostanza non poteva mancare. L’ennesimo procedimento a carico di un servitore dello stato che ha solo e semplicemente effettuato il suo dovere a difesa dei diritti e della sicurezza della comunità padovana. Ora il collega coinvolto nei fatti di Padova dovrà cercarsi un legale e dovrà affrontate un processo, con un percorso che lo sconvolgerà a livello psicologico e professionale.
Non fraintendeteci, comprendiamo l’esigenza di dover stabilire la verità dei fatti, ma l’atto dovuto significa comunque un procedimento penale il cui esito non è mai scontato e che necessiterà anche di un impegno economico notevole per consentire una difesa (si, una difesa) adeguata.
“Ogni maledetta volta che succede qualcosa di analogo” afferma il segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri Franco Russo, “domandiamo e chiediamo, ormai inutilmente anche alla nostra istituzione, se non sarebbe stata utile una ricostruzione cristallina, veloce e, soprattutto, a garanzia di entrambe le parti, mediante le riprese di una bodycam in dotazione permanente a tutti i Carabinieri?“
“Perché non allinearsi ai tanti paesi che hanno introdotto da anni l’equipaggiamento di strumenti di videoriprese proprio per evitare farraginose ricostruzioni?
Non ci stancheremo di ripeterlo”. “Intanto facciamo un in bocca al lupo al collega e che il processo possa concludersi il più presto possibile e nel migliore dei modi” conclude il sindacalista Russo, metrendoci a disposizione se richiesto.
Nessun Carabiniere deve rimanere da solo ad affrontare queste situazioni.