Zetti: Il “fallimento” della Rappresentanza militare e le sue “degenerazioni” a carico dei contribuenti.Il Sindacato militare, ente a carico dei soli iscritti, vaccino contro gli sprechi pubblici.

“Dopo una condanna penale inferta dall’A.G. Militare, due Carabinieri Delegati della Rappresentanza Militare, vengono chiamati dalla Corte dei Conti a rifondere 8mila euro in favore dell’Amministrazione militare. Soldi percepiti per svolgere un “servizio” al “servizio” di quella stessa Amministrazione.
Lo si apprende dagli articoli comparsi online sul corrieredelmezzogiorno e blogsicilia. Ci rattrista – commenta Zetti, Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri – apprendere queste spiacevoli notizie che riguardano due colleghi, ma al contempo non possiamo esimerci, per l’ennesima volta, dal ribadire che la Rappresentanza Militare è un istituto “controverso”, alle cui degenerazioni purtroppo assistiamo da anni e il cui significato del “rappresentare” è ogni giorno più distante e indifferente da quel bisogno di aiuto, sostegno e tutela del lavoratore militare. Il portatore naturale degli interessi dei lavoratori (militari e non) è il Sindacato che, con l’attivismo di NSC ha raggiunto, in questi primi anni, dei risultati di elevata pregnanza, aggiunge Zetti. Continuiamo a rammaricarci, nel dover assistere ogni giorno a un connubio nostalgico tra Amministrazione e Rappresentanza che si spingono fino al voler legittimare e tenere in vita un istituto che è tanto costoso quanto limitatissimo nelle capacità di tutela degli interessi collettivi dei lavoratori, spesso diametralmente opposti agli interessi del datore di lavoro, di quel datore di lavoro, piuttosto “generoso” di provviste verso i rappresentanti militari.
Le diverse “degenerazioni”da parte di una sempre più nutrita schiera di “mele marce”, siamo convinti che cesseranno solamente con la soppressione della rappresentanza militare. Auspichiamo che i rappresentanti appartenenti anche alle sigle sindacali, smettano di rivestire il doppio cappello e si dimettano.
Confidiamo che la politica spinga velocemente le classi dei “dirigenti militari” ad acquisire al meglio le più complete competenze e conoscenze sull’istituto sindacale e ad ammettere tale strumento come una risorsa che possa interagire con il personale e con l’amministrazione per mediare, conclude Zetti, al fine di evitare che qualcuno possa cedere alla tentazione di fare attività sindacale e proselitismo anzichè liberi dal servizio come noi, sotto le mentite spoglie di delegati Cobar, Coir e Cocer quindi in servizio e a carico dell’Amministrazione.

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