Quando la norma che regola un diritto può non sembrare specificata in maniera lapalissiana, seppur chiara negli intenti, piuttosto che applicare il buon senso, alcuni Comandanti preferiscono negare su due piedi quel diritto.
È quello che è successo ad un iscritto veneto, nonché Segretario Regionale di questo Sindacato, in provincia di Vicenza, già autorizzato dal Comando Legione Carabinieri “Veneto” a fruire dei permessi di cui all’articolo 78 del D.P.R. 28 ottobre 1985, n. 782, recepito inizialmente dagli articoli 18 del D.P.R. 31 luglio 1995, n. 394 e 54 del D.P.R. 31 luglio 1995, n. 395, cosiddetti, nel gergo Arma, Permessi giornalieri retribuiti per diritto allo studio (elevazione culturale).
Il Segretario Regionale Antonio di Canio, già ricevuta la concessione del giorno di Licenza Straordinaria per esami universitari prevista in questi casi, si è visto invece addebitare il diniego al beneficio del permesso studio nelle quattro giornate appena precedenti all’esame. La motivazione adottata da quel Comandante di Compagnia, tra l’altro limitata superficialmente alla forma orale, genera dalla sua valutazione soggettiva secondo cui uno dei 4 giorni richiesti ricadeva in un giorno festivo (domenica) e quindi, a suo dire, non rispondente ai requisiti di concessione.
Atteso che la norma recita che al militare, in questo frangente, spettano le quattro giornate immediatamente precedenti, escluse quelle festive e feriali non lavorativee che in tali giornate il personale non può comunque essere impiegato in servizio, è chiaramente scontato, ma evidentemente non per l’intelletto di tutti, che: il contratto lavorativo di un carabiniere effettivo ad una Stazione Carabinieri (reparto territoriale) con servizi esterni ed interni 7/7 prevede il servizio (e l’apertura al pubblico) anche nei giorni festivi; la giornata cosiddetta festiva (ovvero non di servizio) per il militare è rappresentata dal riposo settimanale (altrimenti neanche esisterebbe questo istituto); la giornata della domenica in quella settimana per il militare in argomento, avrebbe costituito giornata festiva lavorativa, considerando che il riposo settimanale era già stato fruito nella settimana in corso e che, qualora avesse lavorato, avrebbe percepito la propriamente detta indennità per servizio festivo.
È probabile che per un ufficiale la domenica possa risultare sempre, o quasi, giornata festiva non lavorativa, ma così non è per un carabiniere addetto ad un reparto territoriale che, se non segnato a riposo settimanale nel giorno della domenica (accordabile orientativamente due volte ogni due mesi) avrebbe svolto regolare servizio come tutti i giorni. È secondo queste dissertazioni che la Segreteria Regionale del Veneto valuta assolutamente incoerente la negazione di tale diritto, segnalando il caso direttamente alla Segreteria Nazionale e domandandosi, facendo propria l’illogica interpretazione di quel Comandante di Compagnia: per poter beneficiare delle quattro giornate di permesso studio in giorni sintatticamente definiti non festivi, dovremmo forse imporre ai gentili Rettori delle nostre Università di poter sostenere gli esami universitari nelle sole giornate di venerdì?
Il Segretario Generale Massimiliano Zetti, partendo dalla segnalazione della Segreteria Regionale del Veneto, è ancora in attesa di ricevere riscontro e presa di posizione da parte del Comando Generale e del Ministro della Difesa, interessati per il caso unico nel suo genere a livello nazionale, per quanto noto a questa Associazione Sindacale, di negazione di questo specifico diritto, affinché si possa indirizzare quell’ufficiale in particolare, e i comandanti di Compagnia in generale, espressamente titolati ad approvare il beneficio in esame, al corretto accredito del permesso studio, senza dubbi interpretativi e incertezze personali, ai militari che si elevano culturalmente.
