«La circolare del comando generale dell’Arma datata 13 gennaio 2022, avente ad oggetto “efficienza psicofisica del militare e ruolo dell’Amministrazione” oltre ad arrivare in ritardo rispetto alle direttive di Stato Maggiore della Difesa e Ministero della Difesa che prevedono per le altre Forze Armate la fruizione di 4 ore settimanali da dedicare all’attività ginnica, affronta in maniera parziale e incompleta l’argomento, omettendo di indicare modi e iniziative che l’Amministrazione intende mettere in campo per raggiungere gli obiettivi».
Lo rileva Massimiliano Zetti, Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC) che a tal proposito, ha scritto al Comando Generale.
«Purtroppo la circolare offre pochi spunti di applicabilità, limitandosi a ventilare esclusivamente in chiave repressiva e non agevolativa il doveroso mantenimento di una forma fisica accettabile ed in linea con i parametri relativi all’età del militare. Le altre forze armate hanno recepito oramai da tempo le direttive del Ministero della Difesa relative al mantenimento della forma fisica che prevedono le 4 ore settimanali fruibili in servizio, ma per quanto riguarda l’Arma dei Carabinieri, nulla è stato fatto affinché tutto il personale possa effettuare attività fisica individuale o di gruppo, né la questione è stata regolamentata. Al contrario – spiega Zetti – ci risulta che alcuni comandanti vietino ai colleghi di svolgere tali attività durante il servizio, poiché percepita come inutile perdita di tempo. Dunque, alla luce della recente circolare nella quale si evince un cambio culturale e di approccio nei confronti di palestre, piscine e impianti sportivi, abbiamo chiesto al Comando Generale di disciplinare la materia, introducendo e regolamentando anche per i Carabinieri le 4 ore di attività ginnica fruibili in servizio, come avviene per le altre forze armate in seno alle direttive emanate dallo Stato Maggiore della Difesa e dal Ministero. In ragione di ciò, abbiamo anche chiesto di avviare un indottrinamento per quei Comandanti di Reparto che ritengono l’attività uno spreco di tempo, e di creare spazi e condizioni per favorire l’attività fisica, anche alla luce del fatto che spesso, per chi è in servizio, il concetto di sana alimentazione viene meno in relazione agli orari di lavoro che portano il militare a consumare il pasto in orari non consoni o, addirittura – conclude – a digiunare».